Il teatro Olimpia (poi Verdi)

@ Via Milazzo, 1, 40123 Bologna BO
13 aprile 1907, 00:00

In fondo a via Indipendenza viene inaugurato, "tra un grande sfarzo di lampadine e lampade a arco", il teatro Olimpia (o Olympia).

Esso prende il posto dell'Anfiteatro del Pincio, una volta tempio del vaudeville, del varietà e del circo, costruito in legno nel cortile di palazzo Giordani e frequentato da un pubblico popolare.

La nuova sala, con ingresso in via Milazzo, può contenere 1.400 spettatori. Ospiterà operette, commedie dialettali, riviste studentesche, incontri di lotta.

Chiuderà il 31 maggio 1908, dopo due spettacoli della compagnia Furlai e riaprirà nel settembre dello stesso anno con la denominazione di Teatro Verdi.

Nel 1923 vi debutterà Umberto Tirelli col suo Teatro Nazionale delle Teste di legno. Il famoso attore del cinema muto Max Linder (1883-1925) vi si esibirà, con una compagnia ridottissima, in uno spettacolo a favore della Croce Rossa.

Ristrutturato nel 1928, a cura dell'arch. Giulio Ulisse Arata, con la sovrapposizione di due gallerie alla platea, diverrà il migliore "teatro moderno" della città, con decorazioni di squisita fattura del pittore Giovanni Romagnoli.

A partire dal 1931 il teatro sarà sede della Stabile Filodrammatica, compagnia di dilettanti, ma con un repertorio di notevole qualità.

Distrutto dal bombardamento del 25 settembre 1943, sarà poi ricostruito e riaprirà nel 1959 come cinema Capitol.

Approfondimenti
  • Adriano Bacchi Lazzari, Giuliano Musi, Bologna all'Opera. Le voci più prestigiose nate sotto le Due Torri dal 1600 al 1980, Bologna, Minerva, 2016, p. 37
  • Carla Benedetti Zaffagnini, I teatri perduti, in Bologna Novecento. Un secolo di vita della città, a cura di Maria Letizia Bramante Tinarelli, Castelmaggiore, FOR, 1998, pp. 73-74
  • Bologna Centrale. Città e ferrovia tra metà Ottocento e oggi, a cura di Riccardo Dirindin e Elena Pirazzoli, Bologna, Clueb, 2008, p. 85
  • Alessandro Cervellati, Bologna al microscopio, Bologna, Edizioni Aldine, 1957, vol. 4., pp. 113-117
  • Alessandro Cervellati, Bologna divertita, Bologna, Tamari, 1964, pp. 147-154
  • Piero Orlandi, Guardando Parigi. Il progetto della Bologna dopo l'Unità, in: Rinnovare Bologna. Tra '800 e '900, a cura di Angelo Varni, Bologna, Bononia University Press, 2019, pp. 40-41
  • Gianfranco Paganelli, Bologna ricorda 1998. Ricerca sulle lapidi esterne situate entro la cerchia delle mura conclusasi nel dicembre 1997, Bologna, Centro sociale anziani Santa Viola, stampa 1998, p. 100
  • Marangela Pesci, Chiara Sirk, Ascoltando Bologna. Musica e luoghi della musica nel quartiere Porto, Bologna, Comune di Bologna, Quartiere Porto, Commissione cultura, 1992, pp. 82-83
  • La Piazzola, 1390-1990: il mercato, la città, a cura di Simonetta Raimondi, testi di Franco Amigoni ... et al., Bologna, Grafis, 1990, p. 64
  • Marco Poli, Cose d'altri tempi. Frammenti di storia bolognese, Bologna, Minerva, 2008, p. 129
  • Renzo Renzi, Bologna, una città, fotografie di Aldo Ferrari ... et al., Bologna, Cappelli, 1992
  • David Sicari, I luoghi dello spettacolo a Bologna. Una città di teatri, Bologna, Compositori, 2003, p. 63
  • Via Indipendenza. Sviluppo urbano e trasformazioni edilizie dall'Unità d'Italia alla Seconda guerra mondiale, a cura di Maria Beatrice Bettazzi, Elda Brini, Paola Furlan, Matteo Sintini, Bologna, Paolo Emilio Persiani, 2017, pp. 95-102