Il prof. Scaglietti si adopera per scongiurare il trasferimento del Centro Putti

23 novembre 1944, 00:00

Viene deciso il trasferimento nel nord Italia dell'ospedale “Vittorio Putti” situato nei locali del Seminario arcivescovile a Villa Revedin e specializzato in traumi per cause belliche.

Secondo la denuncia di Franz Pagliani, capo del PNF bolognese, al ministro Pavolini, l'istituto è un covo antifascista, che accoglie e cura partigiani e militari alleati.

Il prof. Oscar Scaglietti, direttore del Putti e luminare dell'ortopedia, parte il 23 novembre in auto per Maderno e incontra Mussolini, dal quale ottiene una sospensione del trasferimento.

All'alba del 29 novembre, le brigate nere e le SS tedesche in assetto di guerra accerchiano l'ospedale, piazzando ovunque sentinelle e mitragliatrici, e irrompono nell'edificio, perquisendo ogni locale.

Scaglietti viene arrestato assieme ad altre quattro persone sospette e trascinato per un lungo interrogatorio nella sede del comando SS in via Santa Chiara.

Approfondimenti
  • Luciano Bergonzini, Politica ed economia a Bologna nei venti mesi dell'occupazione nazista, Imola, Galeati, 1969, p. 78
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 -aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, pp. 272-274
  • Bologna 1938-1945: guida ai luoghi della guerra e della Resistenza, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, p. 51
  • Luigi Colombari, Vecchie storie di giovani (Bologna 1942-1945), 2. ed. aggiornata, Bologna, Giraldi, 2010, p. 60, 152
  • Nazario Sauro Onofri, Quando i nazifascisti piombarono al "Putti", in: "Resistenza oggi Bologna", 40. della lotta di liberazione, Bologna, a cura dell'ANPI provinciale, 1984, pp. 67-70
  • La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, p. 290