Il Passatore sepolto alla Certosa
Dopo il riconoscimento da parte del fratello, avvenuto nel carcere dell'Abbadia, il cadavere del bandito Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851), ucciso nei pressi di Russi il 23 marzo, è sepolto in un campo sconsacrato all'esterno del recinto della Certosa di Bologna.
I presenti al rito testimoniano di un bel giovane dai lineamenti delicati, immagine molto distante dalla sua fama criminale.
Evaso dal carcere di Ancona e datosi alla macchia, Pelloni entrò in una banda che terrorizzava le Legazioni Pontificie con furti e rapine, occupando interi paesi e tenendo in scacco i gendarmi grazie a una rete di spie e connivenze nella popolazione più povera.
Alle ricompense per le protezioni ricevute si deve la fama del Passatore come "Robin Hood dei poveri". In realtà era un pericoloso criminale, che non esitava ad usare violenza e ad uccidere sadicamente.
Nell‘assalto a Longiano, nei pressi di Cesena, il 28 maggio 1850 furono uccise tre persone e altre ferite. Il 27 gennaio precedente a Castel Guelfo persero la vita due veliti.
Durante la grande rapina al teatro di Forlimpopoli, il 25 gennaio 1851, gli spettatori vennero derubati uno ad uno e furono violentate alcune donne. Anche la casa e la famiglia dello scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi (1820-1911) non furono risparmiate.
Il Passatore diventerà comunque in Romagna un eroe popolare. Le sue imprese banditesche saranno cantate a lungo dai cantastorie e dai poeti.
Pascoli lo evocherà come “Passator cortese, re della strada, re della foresta”. Suoi ritratti saranno venduti pubblicamente e molti faranno a gara per averne uno.
Al momento della sua cattura, la famiglia di Pelloni e quelle dei suoi luogotenenti erano stati deportati a Ferrara “per troncare ogni relazione di favoreggiamento“ e gran parte dei suoi complici erano stati arrestati e fucilati.
L‘11 marzo il commissario straordinario delle Quattro Legazioni aveva notificato che dei circa 60 uomini della banda 42 erano già caduti in mano alla giustizia e che dei 18 rimasti erano stati pubblicati “i nomi, il luogo di origine, i connotati e i corrispondenti premii di taglia”.
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