Il martirio di Stelio Polischi

@ Via Venezian, 40121 Bologna (BO)
23 agosto 1944, 00:00

Il giovane partigiano della Brigata Stella Rossa Stelio Polischi (o Stenio, nome di battaglia “Marinaio”) è catturato dopo uno scontro a fuoco in cui perde la vita un agente della polizia ausiliaria.

Trascinato nella villa del questore Tebaldi in via Siepelunga, viene a lungo torturato dagli uomini della squadra speciale (CAS) di Tartarotti, che vogliono da lui informazioni su altri partigiani. “Gli vengono punti gli occhi con spilli e il suo corpo battuto con una mazza pesantissima” (Mandreoli).

In seguito è impiccato, alla presenza di Tartarotti, del federale Pietro Torri, di Enrico Cacciari e dell’ispettore del PFR Franz Pagliani, al palo di un segnale stradale in via Venezian, luogo della cattura, e lì viene lasciato per tre giorni.

I carnefici gli mettono una benda agli occhi, per non far vedere che lo hanno accecato, e gli appendono al petto un cartello con queste parole: "Ribelle assassino catturato dalla ultima sua vittima". Sul “Resto del Carlino” si afferma che “questa è la fine che tocca ai fuori-legge sanguinari”.

Il cadavere di Polischi sarà rimosso, con grave pericolo, da alcuni partigiani della 7a Gap.

Nel 1947 il responsabile dell'impiccagione, un componente della Compagnia Autonoma Speciale di Tartarotti, vedrà notevolmente ridotta la condanna avuta dalla Corte d'Assise di Bologna. Alla lettura della sentenza che gli concederà il beneficio del condono, saluterà romanamente, gridando "Viva l'Italia".

Approfondimenti
  • Luigi Arbizzani, Guerra, nazifascismo, lotta di liberazione nel Bolognese, luglio 1943-aprile 1945. Fotostoria, 5. ed., Bologna, Edizioni della Provincia, 2005, p. 20, 98 (foto)
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 112
  • Bologna 1938-1945. Guida ai luoghi della guerra e della Resistenza, progetto e cura di Brunella Dalla Casa, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, p. 83
  • Carlo D'Adamo, William Pedrini, Un passato che non passa. Il documentario fotografico di D'Aiutolo e Parisi, Bologna, Pendragon, 2012, pp. 55-56
  • Mimmo Franzinelli, Tortura. Storie dell'occupazione nazista e della guerra civile (1943-45), Milano, Mondadori, 2018, pp. 94-95
  • Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, pp. 25-27
  • 40°: 1945-1985. Alba di libertà, Bologna, ANPI provinciale, 1985, p. 18
  • Toni Rovatti, La violenza della guera civile: esecuzioni, rappresaglie, stragi, in: La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 507-508 (foto)

  • Renato Sasdelli, Fascismo e tortura a Bologna. La violenza fascista durante il Regime e la RSI, Bologna, Pendragon, Istituto per la storia e le memorie del 900 Parri, 2017, p. 12 nota 5, pp. 108-109 (Fosca Melchiorri)
  • Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 149