Il "condominio Maratona". Alloggi per i profughi e i senza casa
Il portico dall'Arco del Meloncello all'ex Arco Guidi ospita coloro che hanno perduto la casa a seguito delle incursioni aeree su Bologna tra il 16 luglio 1943 e il 21 aprile 1945.
La tamponatura provvisoria del porticato, voluta dopo i primi devastanti bombardamenti alleati dal podestà Agnoli, sarà chiamata il “condominio Maratona” dal giornalista e scrittore Luca Goldoni.
La stessa funzione di rifugio degli sfollati e dei sinistrati è svolta dal portico del Ricovero dei Mendicanti in via Albertoni, da alcuni tratti del portico di San Luca e dal viadotto del Cavaticcio, come da villaggi di baracche al Trebbo, a Castenaso, a San Lazzaro.
Il problema della casa è il primo in assoluto per l'Amministrazione comunale del dopoguerra. In città si contano oltre 3.000 profughi e circa 1.800 senza casa.
Oltre agli "occhi" dei portici, il Comune ha messo a disposizione aule scolastiche e palestre, così ad ottobre molti bambini non possono ricominciare la scuola.
Enti come lo IACP e la Cooperativa Risanamento, presieduta dall'ex sindaco Zanardi, sono incaricati della costruzione di nuovi alloggi. Viene approvato un piano di ricostruzione dei quartieri bombardati attorno alla stazione centrale.
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