La "Pietra di Bologna" al Museo Civico
AELIA LAELIA CRISPIS / NEC VIR NEC MVLIER NEC ANDROGYNA / NEC PVELLA NEC IVVENIS NEC ANVS / NEC CASTA NEC MERETRIX NEC PVDICA / SED OMNIA ... continua
Elia Lelia Crispi io mi chiamai. Non fui mai uomo, donna o ermafrodito, putta, giovane o vecchia, e non fui mai casta, pudica o donna di partito. Però tutto io fui ... (Trad. C.C. Malvasia, 1683)
Viene trasportata al Museo Civico Archeologico la lapide di Aelia Laelia Crispis, celebre esempio di cultura ermetica rinascimentale.
E' chiamata anche “la Pietra di Bologna” e secondo Serafino Calindri (1733-1811), scienziato e storico del XVIII secolo, senza di essa la città non sarebbe così “celebre ed insigne”.
L' “enigmatica lapide” ebbe in effetti grande fama in Italia e in Europa dal XVI secolo. La studiarono e ne scrissero celebri scienziati, letterati ed eruditi.
Tra essi Carl Gustav Jung (1875-1961), che la considerò una rappresentazione dell'irrazionale, “strumento ideale per la proiezione, come in uno specchio, di contenuti inconsci” (Giacobini).
Si tratta di una falsa iscrizione dell'epoca romana, scolpita intorno al 1550 per volontà del gran maestro dei Frati Gaudenti Achille Volta e collocata nel loro priorato e luogo di delizia a Casaralta, “mezzo miglio da Bologna, fuor di Porta Mascarella”.
Divenuta illeggibile, venne fatta ricopiare un secolo più tardi dal nipote di Volta. Scampò ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che distrussero il complesso appartenuto all'antico ordine religioso-militare.
L'iscrizione ha avuto varie interpretazioni. Per i cultori di esoterismo la soluzione dell'enigma condurrebbe alla pietra filosofale. Altri, più scettici, la giudicano uno scherzo, un gioco linguistico raffinato in linea con i gusti dell'epoca in cui fu prodotta.
Negli anni Ottanta la misteriosa epigrafe troverà una definitiva sistemazione nel lapidario del nuovo Museo Civico Medievale all’interno di Palazzo Ghisilardi Fava.
La "Pietra di Bologna" continuerà anche in seguito a ispirare opere letterarie, come la raccolta di racconti gialli Aelia Laelia. Un mistero di pietra, pubblicata da Diabasis nel 2000.
- Aelia Laelia. Il mistero della pietra di Bologna, a cura di Nicola Muschitiello, Bologna, Il mulino, 2000
- Aelia Laelia Crispis. La pietra di Bologna, a cura di Nicola Muschitiello, Bologna, Nuova Alfa, 1989
- Maurizio Agostini, Aelia Laelia Crispis. L'enigma della pietra, romanzo, Bologna, Pendragon, 2011
- Luigi Bortolotti, Il suburbio di Bologna. Il comune di Bologna fuori le mura nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1972, pp. 121-123
- Emilio Contini, L'enigma della pietra di Bologna, in: "Art journal", 1 (2005), pp. 26-27
- Un enigma bolognese. Le molte vite di Aelia Laelia Crispis, a cura di Franco Bacchelli, Bologna, Costa, 2000
- Ferdinando Rodriguez, Aelia Laelia Crispis, in: "Strenna della Fameja bulgneisa", (1955), pp. 79-84
- Lorenzo Tinti, L'aenigma magnum di Aelia Laelia Crispis, in: Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, CLUEB, 2007, pp. 51-64

- Fonte: Musei di Bologna - Museo Civico Medievale (www.museibologna.it/medievale)