I "rigadini" in San Procolo

20 settembre 1796, 00:07

Le truppe urbane, un corpo militare di circa quattrocento uomini detti “miliziotti” o “rigadini” perché formato in buona parte da campagnoli vestiti con casacche di canapa grezza a righe, si trasferiscono dal convento di San Francesco a quello di San Procolo, trasformato in gran parte caserma.

Solo il primo chiostro è lasciato a disposizione dei pochi religiosi che officiano la chiesa. Gli altri monaci benedettini hanno occupato il convento di San Bernardo per ordine del Senato e gli Olivetani di San Bernardo quello delle Acque.

Un distaccamento di “rigadini” è mandato di guardia a Castel Bolognese e un altro più grosso a custodia dei carcerati nel Forte Urbano di Castelfranco. Il resto della truppa ha il compito di custodire il palazzo pubblico e le porte cittadine e di fare la ronda in città durante la notte.

I “rigadini” (rigadén) saranno sospesi nell'agosto 1797 e accorpati alla IV e V Legione del nuovo esercito cisalpino.

Nel 1798 il convento di San Procolo passerà in proprietà all'Ospedale degli Esposti, fino ad allora situato in un edificio di fronte.

Un deputato dell'opera pia riuscirà a scambiare con questi locali quelli - in un primo tempo ad essa destinati - del collegio di Sant'Ignazio in Borgo della Paglia.

I governatori dell'Ospedale otterranno poi da Pio VII una conferma del possesso dello stabile, utilizzato fino alla fine del secolo per le esposte adulte e per gli uffici di amministrazione.

Del periodo di utilizzo come caserma rimane, sul timpano del portone accanto alla chiesa di S. Procolo, una figura di donna con fascio littorio e berretto frigio, che sostituì lo stemma del monastero. Nei pressi di questo accesso sarà installata la ruota dei "Bastardini".

Approfondimenti
  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 23, 349, nota 77
  • Carlo Degli Esposti, San Procolo. Il santo, la chiesa, la parrocchia, Bologna, Parrocchia di S. Procolo, 1983, p. 106
  • Paola Foschi, Domenico Cerami, Renzo Zagnoni, Monasteri benedettini nella diocesi di Bologna (secoli VII-XV), a cura di Paola Foschi, Bologna, Bononia University Press, 2017, p. 195
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, vol. 3., Bologna, Tipografia delle Scienze di G. Vitali, 1870, p. 95
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna ... cit., vol. 4., Bologna, Società Tipografica dei Compositori, 1872, p. 348
  • Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 1., pp. 35-36, 77
  • Pasticcio alla bolognese. Storie, storielle, fatti, fattacci, episodi, racconti, filastrocche, poesie, zirudelle, narcisate, cronache, discorsi e bazzecole, raccolti e disordinatamente raccontati da Gino Calari, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, 2004, pp. 266-267
  • Eugenio Riccòmini, Il perditempo. Passeggiate per Bologna, nuova ed., Bologna, Tipoarte, 2000, pp. 52-54
  • Nerio Zanardi, Capitoli bolognesi della storia d'Italia. Da Irnerio a Carducci, Bologna, Pàtron, 1997, p. 290