Il comandante Marzocchi muore in un'imboscata
Il battaglione "Sergio" della 63a Brigata Garibaldi Bolero, composto da un centinaio di sappisti della Bassa, viene intercettato dai Tedeschi lungo la linea ferroviaria Verona-Bologna in località Bargellino di Tavernelle, nei pressi di Calderara di Reno,
La formazione è in marcia di trasferimento in ottemperanza all'ordine del CUMER di convergere verso Bologna, essendo la liberazione ritenuta imminente.
Nello scontro a fuoco muore subito il comandante Marzocchi, che si trova in testa alla fila. Gli altri partigiani si disperdono e sono costretti a ripiegare verso le basi di partenza.
Ex ufficiale pilota, Antonio Marzocchi (Toni Mas, 1920-1944) è stato uno dei primi resistenti bolognesi. Prima di aggregarsi alla 63a Brigata, ha militato in una formazione sul monte Falterona.
Ha compiuto numerose azioni nella zona di San Giovanni in Persiceto, Anzola Emilia e Calderara di Reno. In settembre, dopo la morte di Nerio Nannetti (Sergio), ha assunto il comando del battaglione "Sergio".
Il giorno successivo alla battaglia il suo cadavere è appeso ad un albero della circonvallazione di San Giovanni in Persiceto “in balia del dileggio e delle sevizie degli avversari” nazifascisti.
A lui sarà intitolato il battaglione di Anzola Emilia della 63a Bolero. Gli verrà assegnata la Medaglia di Bronzo al V.M.
- Adolfo Belletti, Dai monti alle risaie. 63. Brigata Garibaldi Bolero, Bologna, Arte stampe, 1968
- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 200
- La politica del terrore. Stragi e violenze naziste e fasciste in Emilia Romagna. Per un atlante delle stragi naziste in Italia, a cura di Luciano Casali e Dianella Gagliani, Napoli, Roma, L'ancora, 2008, p. 337
- La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, p. 148