I partigiani bolognesi al di là del fronte

dal 1 al 30 novembre 1944

Una parte dei partigiani bolognesi e imolesi, che riescono a passare il fronte, sono inquadrati nei reparti del nuovo esercito nazionale. Le brigate di montagna Matteotti e Giustizia e Libertà rimangono invece in linea e si battono a fianco degli Alleati fino alla Liberazione.

La compagnia comando della 62a Brigata Garibaldi, guidata da Guerrino De Giovanni, è bene accolta dagli americani nei pressi di Bisano di Monterenzio e opererà con loro fino al febbraio 1945.

Altri combattenti della 62a e della 66a sono invece perquisiti e privati delle armi, viene loro distribuito “qualche biscotto ed una polverina contro i pidocchi”, poi sono trasportati su camion a Loiano. Inviati al Centro Profughi di Firenze, dormiranno in camerate con centinaia di altre persone provenienti da ogni parte d'Italia “per i motivi più diversi” e mangeranno il rancio passato dagli alleati.

Anche i partigiani del 3° btg della 36a Brigata, che consegnano agli alleati Monte Battaglia, vengono disarmati, trasportati a Firenze e sistemati in una caserma del Genio, in completa inattività e con vitto scarso.

Convogliati in seguito a Marradi, costituiranno il reparto "ALF Partisan" (Allied Labour Force, servizio speciale della V Armata americana) al comando di Ernesto Venzi e saranno impiegati nel riassetto delle strade percorse dai mezzi militari, fino a Cà di Landino, sotto Castiglione dei Pepoli.

Nel febbraio 1945, assieme ad altri ex componenti del 2° e del 3° btg della 36a Brigata, reduci dalla battaglia di Purocielo, saranno trasferiti, grazie all'interessamento e all'aiuto del gen. Cerica, a Cesano presso Roma per un periodo di addestramento e rientreranno in linea in aprile, con il Gruppo di Combattimento "Cremona", sul fronte del Senio.

Il 1° btg della 36a, al comando di Libero Golinelli parteciperà all'offensiva di primavera con la V Armata e, rafforzato con membri Gap e Sap, combatterà fin oltre al Po.

Nel Gruppo di Combattimento “Legnano” sarà incorporato un plotone di partigiani intitolato a Gianni Palmieri, il giovane medico bolognese della 36a Brigata caduto a Cà di Guzzo. Parteciperà all'offensiva di primavera e alla liberazione di Monterenzio.

Approfondimenti
  • Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno. Documenti e testimonianze, a cura di Graziano Zappi (Mirco), Bologna, Libreria Beriozka, 1988, p. 126
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune-ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 33
  • G.B., Con il "Cremona" fino a Venezia, in: 50° della Resistenza, numero unico di “Resistenza oggi Bologna”, a cura di Giuseppe Brini, Bologna, ANPI provinciale, 1995, pp. 67-69
  • Guerrino De Giovanni, Inquadrati nella "Cremona", in: Al di qua della Gengis Khan, a cura di Remigio Barbieri e Sergio Soglia, Bologna, Galileo, 1965, pp. 139-141
  • Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, pp. 298-299
  • I.S.E.A., Istituto per lo sviluppo economico dell'Appennino centro settentrionale, Itinerari turistico ambientali lungo la vallata del Santerno. Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Fontanelice, s.l., CSSAS, Centro sperimentale per lo studio e l'analisi del suolo, 2007, pp. 88-89
  • Olindo Pazzaglia, Fischi per il re di maggio, in: Al di qua della Gengis Khan, cit., pp. 161-164
  • Sara Prati, La Resistenza a Castel San Pietro, a cura del Comitato per il Trentennale della Resistenza, Imola, Grafiche Galeati, 1975, pp. 71, 129-130
  • Adler Raffaelli, Guerra e liberazione: Romagna 1943-1945, Bologna, Editcomp, 1995, vol. 1: Storiografia, p. 166
  • "Resistenza oggi Bologna", 40. della lotta di liberazione, Bologna, a cura dell'ANPI provinciale, 1984, p. 65
  • Werther Romani, Mauro Maggiorani, Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2000, pp. 28-29