Il centro bolognese dei Cittadini del Mondo

1 gennaio 1949, 00:00

Nel corso del 1949 si costituiscono in varie città d'Italia comitati dei Cittadini del Mondo, una organizzazione fondata nel 1948 a Parigi dall'americano Garry Davis (1922-2013) ex attore e pilota di bombardieri durante la seconda guerra mondiale, divenuto attivista internazionale per la pace.

Nel 1945 egli ha rinunciato volontariamente alla nazionalità - primo americano nella storia a farlo - dichiarandosi cittadino del mondo. Presa la residenza a Parigi, in una tenda collocata presso la sede dell'ONU al Palais de Chaillot, ha cominciato a chiedere la costituzione di una Assemblea costituente mondiale.

Tra gli aderenti alla sua iniziativa vi sono personalità quali Albert Einstein, Robert Oppeheimer, Albert Schweitzer, Bertrand Russel, Gandhi, Jean Paul Sartre, Maria Montessori.

Oltre al governo unico mondiale l'associazione mira a formare per tutti una coscienza “ispirata ai principi della nonviolenza e della collaborazione fra i popoli”.

Il centro di Bologna dei Cittadini del Mondo, guidato da Ferruccio Fiumani e poi da Giancarlo Grazia (1927-2016), si dimostra particolarmente attivo. Si impegna soprattutto sul tema dell'obiezione di coscienza al servizio militare e per la diffusione di "idee e pratiche antimilitariste e nonviolente" (Ropa).

Negli anni seguenti si aggiungeranno battaglie contro la discriminazione razziale, per la tutela dell'ambiente e per la costruzione del federalismo europeo.

Approfondimenti
  • Rossella Ropa, La possibile utopia. Per una storia dei movimenti pacifisti a Bologna nel secondo Novecento, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2013, pp. 48-49

  • Giancarlo Grazia, il partigiano Fritz. Memorie e scritti sulla Resistenza, sulla guerra, sul lavoro sindacale, a cura di Valerio Frabetti, Bologna, Editrice Socialmente, 2018
  • Anna Scarantino, Donne per la pace. Maria Bajocco Remiddi e l'Associazione internazionale madri unite per la pace nell'Italia della guerra fredda, Milano, F. Angeli, 2006, p. 33

Garry Davis - Wikipedia