Hermann Hesse
Turista a Bologna per un giorno
Hermann Hesse è a Bologna il 29 aprile 1901, in viaggio tra Firenze e Ravenna. Attraversa in treno l'Appennino, "pittoresco e selvaggio", con un buon viaggio e arrivo puntuale, e scende alla locanda delle Tre Zucchette, un alberghetto semplice e "tipicamente italiano" a due passi da Piazza Maggiore.
La sua è una visita “mordi e fuggi” - e il resoconto relativo - è costellato di commenti favorevoli, piuttosto generici: la città gli sembra "gradevole e raffinata"; le due torri "fanno un'impressione davvero pazzesca" e la famosa cucina bolognese "dà buona prova di sé".
Visita in fretta San Petronio e giudica la grande chiesa ben illuminata; al museo civico non va oltre il "bel cortile a colonnato", sfiora appena il Duomo e San Bartolomeo.Trova assai piacevole "passeggiare sotto i portici lungo le belle strade piene di animazione". Le descrive come "graziose e accoglienti". In centro sono quelle di una grande città, "con sfilate di negozi". Nota che anche i palazzi più moderni sono dotati di portici.
Dopo pranzo è all'Accademia, dove rimane piuttosto deluso: la famosa Santa Cecilia di Raffaello non gli fa l'effetto sperato e un custode, improvvisatosi cicerone, gli fa vedere intere sale piene di quadri di Reni e dei Carracci e snobba le poche opere "antiche e davvero di valore", malamente collocate nei corridoi. Il senso di delusione continua dopo la visita a San Giacomo e alla cappella Bentivoglio, mentre va meglio in Santo Stefano "la chiesa più incantevole, intima e particolare che si possa immaginare".
L'autore di Siddharta alla fine non pernotta alle Tre Zucchette. Un fastidioso raffreddore gli consiglia di anticipare la partenza per Ravenna. Prima di salire sul treno ha il tempo per una breve passeggiata tra i "magnifici platani" della Montagnola.
La vita in breve
Hermann Hesse nasce nel 1877 a Calw, vicino a Stoccarda, da padre tedesco di origine estone - missionario pietista - e da madre nata in India. Le complesse radici sono all'origine del suo interesse per il mondo orientale, espresso compiutamente nel romanzo Siddharta, libro di culto per più generazioni di giovani.
Riceve una educazione severa da parte dei genitori. Sensibile e testardo, dimostra spesso insofferenza verso di essa. Già da piccolo sorprendono la sua forza di volontà e la sua intelligenza fuori dal comune. Molto importante per la sua formazione è il nonno materno, missionario in India e studioso di dialetti indiani. Dalla sua biblioteca vengono molte nozioni che Hermann trasferirà nei suoi romanzi.
Il suo futuro appare segnato dalle radici familiari: l'ingresso in seminario, quindi la facoltà teologica evangelica di Tubinga. Ma le cose non vanno come previsto. Nel 1891, dopo sei mesi di permanenza nel seminario di Maulbronn, fugge dall'istituto. Ripreso, è sottoposto al carcere. Comincia a soffrire di una grave depressione, che lo conduce a un tentativo di suicidio e al successivo ricovero in una clinica per malati di nervi, dove trascorre mesi disperati.
Dietro le sue insistenti richieste, i genitori gli concedono il ritorno a Calw. Le successive esperienze scolastiche e di apprendistato sono frammentarie: non porta a termine il ginnasio, lavora per breve tempo in una libreria, in un giardino, presso un'officina di orologi da campanile. Gli è difficile adattarsi a una condizione borghese, condurre una vita normale.
Dal 1895, per tre anni, è apprendista libraio a Tubinga, città universitaria. Qui, libero da costrizioni familiari e da obblighi scolastici, intraprende la carriera di scrittore. Nel 1899 va a vivere a Basilea e quindi sulle rive del lago di Costanza, dove spera di dedicarsi completamente alle arti - scrittura, musica, pittura, fotografia - a stretto contatto con la natura. Dopo un viaggio in Oriente, si trasferisce definitivamente in Svizzera, a Berna, poi nel canton Ticino. Si sposa tre volte: la terza moglie, Ninon Auslander, storica dell'arte di origine ebrea, rimarrà con lui fino alla morte. Muore nel 1962 a Montagnola per una emorragia cerebrale.
Hesse è stato scrittore di successo in Europa e in Giappone già prima della grande guerra. Dopo l'assegnazione del Nobel nel 1946, è conosciuto e celebrato in tutto il mondo.
La sua opera, venata di irrazionalismo e di misticismo orientale, caratterizzata dalla dialettica tra sensualità, ragione e spiritualità, fu particolarmente apprezzata dalle avanguardie americane ed europee del secondo dopoguerra.
- Hermann Hesse, Dall'Italia. Diari, poesie, saggi e racconti, a cura di Volker Michels, Milano, A. Mondadori, 1990, pp. 92-93
- Giancarlo Roversi, Viaggiatori stranieri a Bologna. Impressioni d'Autore dal '500 al '900, Bologna, L'inchiostroblu, 1994, pp. 61-62
Internet
Luoghi
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Giardino della Montagnola via Indipendenza
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Pinacoteca Nazionale via delle Belle Arti, 56