Ha successo la commedia "Morte del Conte di Montecristo"

dal 1 gen al 31 dic 1854

Due giovani autori bolognesi, Giuseppe Costetti e Luigi Gualtieri, tentano il grande colpo: scrivere un testo che richiami a teatro tutti gli appassionati della città.

Nel 1854 scrivono - e fanno rappresentare dalla compagnia di Cesare Asti - il dramma Morte del Conte di Montecristo, in un momento di grande favore per i romanzi di Dumas e di Sue.

Il successo arride effettivamente alla commedia, ma non certo per la sua qualità: viene apprezzata forse perché è opera di bolognesi, oppure per la bravura dell'anziano capocomico Asti, specialista delle scene di follia e delle morti violente.

Sta di fatto che poco dopo, a Firenze, gli studenti la stroncano clamorosamente, costringendo la compagnia allo scioglimento. Il lavoro viene bollato come "aborto scenico d'ispirazione francese", che "fa disonore al nostro teatro".

I due amici riproveranno l'anno successivo di nuovo a Bologna, con il dramma Nerone, rappresentato con buon successo, pur con qualche problema di censura e nonostante l'infuriare in città del colera, che mieterà centinaia di vittime, compreso il capocomico Astolfi.

Giuseppe Costetti (1834-1928) ha cominciato la carriera con commedie d'imitazione francese, per proseguire con fortunate produzioni, come Lilia, Silvio Pellico, Il duello, La forza della coscienza.

Nel 1881 darà alla luce Libertas, commedia storica ispirata ai lavori di Paolo Ferrari, che vincerà il Premio Città di Torino e sarà interpretata con successo da Ernerso Rossi.

Sarà direttore generale delle Belle Arti e autore di apprezzati ricordi teatrali. Il lavoro lo porterà in giro per l'Italia, ma continuerà a scrivere drammi e a partecipare con successo a "vari regi concorsi".

Scriverà una autobiografia teatrale dal titolo Confessioni di un attore drammatico, pubblicata nel 1883 con prefazione di Carducci.

Luigi Gualtieri (1825-1901), originario di Saludecio, ha dovuto abbandonare gli studi universitari a Bologna e si è dato alla scrittura. Anch'egli scrive romanzi e drammi di argomento storico o di attualità, ispirati ai francesi, quali Misteri d'Italia (1849) e Bologna sotterranea (1853).

Su invito del marchese Pepoli sarà redattore del giornale teatrale "L'incoraggiamento", uscito tra il 1855 e il 1856. Nell'ultima parte della sua vita sarà professore di letteratura italiana a Sanremo.

Approfondimenti
  • Marina Calore, Bologna a teatro. L'Ottocento, Bologna, Guidicini e Rosa, 1982, p. 20, 107-108
  • Enciclopedia dello spettacolo, fondata da Silvio D'Amico, Roma, Le maschere, Car-Daf, 1954, p. 1573
  • "La Fama del 1856", 27 novembre 1856, p. 378