Gustavo Modena recita al teatro del Corso

12 maggio 1847, 00:03

Dal 12 maggio al 6 giugno Gustavo Modena (1803-1861), eccellente attore, “pieno d'intelligenza e sapere”, tiene diciannove recite al teatro del Corso.

Alcune commedie, quali Luigi XI, Iacopo I d'Inghilterra, la Virginia e soprattutto il Saul alfieriano, suo cavallo di battaglia, sono più volte replicate.

Grandi ovazioni ottiene nel dramma Il cittadino di Gand di Romand da lui stesso adattato. L'incasso di una delle serate va a favore degli amnistiati poveri.

Lo stesso Modena, ex studente di Legge di origine veronese, laureato a Bologna a pieni voti, "amico di Vicini", è stato allontanato a lungo dallo Stato Pontificio per il suo impegno politico.

Un rapporto di polizia segnala che, "di continuo affiatato" con i liberali, durante il moto del 1831 "poneva ogni studio nell'istillare le triste massime del secolo alla gioventù".

Figlio del capocomico Giacomo Modena, attore politicamente attivo nel periodo napoleonico, dopo la laurea Gustavo è entrato nella compagnia di giovani dilettanti del teatro Contavalli, rivelando da subito doti non comuni.

"Assetato di vita e d'azione", il recitare non è per lui un' "arte ricreativa", ma "il sacerdozio per promuovere generose passioni".

Prima di essere scritturato nella compagnia paterna, l'esordio professionale è avvenuto con Luigi Fabbrichesi, "il re dei capi comici": nel 1824 a Venezia ha interpretato la parte di Davide nel Saul di Alfieri, accanto a Vestri e Demarini.

Il suo destino "a superare la fama paterna" si è compiuto nei teatri italiani. "Sobrio nell'azione", Modena lavora "con lo sguardo, l'atteggiamento, ed il gesto, con straordinaria efficacia adoperando il silenzio e le pause".

Una delle sue caratteristiche è quella di attualizzare i drammi recitati, di legare "la storia antica alle circostanze presenti".

Una colorita leggenda racconta che, dopo una rappresentazione dei Baccanali di Roma, il popolo bolognese, impressionato dalla voce e dal suo "gesto eloquente", abbia cominciato ad abbattere gli stemmi pontifici.

Non è un caso che anche durante il "reazionario decennio", dopo il ritorno degli Austriaci nel 1849, non ci sarà più spazio per il "gran nome" di Modena sulle scene bolognesi.

Tornerà al Teatro del Corso nel 1860 con la Comica Compagnia Perrin. Il 19 ottobre declamerà mirabilmente alcuni brani dell'Inferno e del Paradiso di Dante, facendo intendere anche ai meno esperti "gli ardui concetti e le sublimi idee del divino Poeta".

Approfondimenti
  • Silvia Benati, Un affresco politico-sociale: la Società del Casino (1809-1823), in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, p. 112, nota 494
  • Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., p. 185, v. 3., p. 126, 171
  • Marina Calore, Bologna a teatro. L'Ottocento, Bologna, Guidicini e Rosa, 1982, pp. 64-66
  • Marina Calore, Il teatro del Corso 1805-1944. 150 anni di vita teatrale bolognese tra aneddoti e documenti, Bologna, Lo scarabeo, 1992, pp. 84, 88-90, 104
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 1278
  • Maria Chiara Mazzi, Alla ricerca dei teatri perduti di Bologna a nord ovest della Via Emilia, Bologna, in riga edizioni, 2020, p. 30
  • Risorgimento e teatro a Bologna 1800-1849, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Pàtron, 1998, pp. 63-64

  • Armando Petrini, Gustavo Modena. Teatro, arte e politica, Pisa, ETS, 2012, p. 51