Tanta neve

2 marzo 1875, 00:03

Nell’inverno cade tanta neve a Bologna e in Appennino. Il 3 marzo la linea ferroviaria per Porretta viene interrotta. Vicino alla città il manto bianco supera i 50 centimetri.

Una nevicata particolarmente copiosa è descritta con efficacia da Giosuè Carducci:

“Nevica da ieri in poi a dilatate falde: la neve è alta su le finestre e sui tetti: l'orto con gli alberi tutti atterrati sotto il bianco lenzuolo, presenta l'aspetto orribile della morte di tutto avvertita con un senso di desolazione superstite”.

Pochi giorni dopo il poeta parla di cumuli alti “come Monti Bianchi” in mezzo alle strade e di tetti che "gemono e scricchiolano sotto l'iniquo peso". Tra i molti che sprofondano c’è quello della chiesa di San Giacomo Maggiore.

La neve continua a scendere inesorabile ed egli esclama impaziente: "Se seguita, è impossibile che io viva. Io odio l'inverno peggio che la tomba".

Il 25 marzo in una lettera a Lina appare ormai sfiduciato: “La primavera? Verrà ella più da vero qui in Bologna? Non ci credo (...) Cinque mesi d’inverno. E la neve sporca per le strade!”.

Dal 18 febbraio al 2 marzo, in successive nevicate, si accumulano a Modena 106 centimetri di neve “asciutta”. A Firenze saranno segnalate due nevicate anche in aprile.

Approfondimenti
  • Andamento annuale diurno delle precipitazioni, in: “Annali dell'Ufficio centrale di Metereologia italiana”, serie 2., 2 (1880), p. 253
  • Carducci e Bologna, a cura di Gina Fasoli, Mario Saccenti, Bologna, Cassa di risparmio in Bologna, 1985, p. 72
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 5: 1871-1900, pp. 344-345