Gli imputati della colonna bolognese dichiarano sciolta Prima Linea

14 aprile 1983, 00:00

Durante il processo in Corte d'Assise alla colonna bolognese di Prima linea, gli imputati Paolo Zambianchi, Guido Manina e Maurice Bignami prendono la parola per dichiarare sciolta l'organizzazione terroristica.

Mentre Zambianchi dichiara che PL “ha ultimato la sua storia”, Manina dice di non essere più interessato alle “brutte copie dei percorsi armati”, riferendosi alle ultime azioni delittuose compiute nel 1980.

Nonostante i tentativi di introdurre a Bologna il partito armato, come nel caso dell'attentato a Mazzotti della Menarini, dove hanno agito militanti bolognesi e compagni provenienti dal nord Italia, la città, secondo Maurice Bignami, ne è rimasta solo sfiorata.

Prima linea ha spostato la sua azione subito al nord, operando a Milano e Torino in piena clandestinità e portando a termine in queste città numerosi ferimenti e omicidi.

Ma, secondo un rapporto dettagliato della questura di Bologna, prima di questo trasferimento, gli elementi di spicco bolognesi, come Paolo Zambianchi, lo stesso Bignami, Liviana Tosi e Barbara Azzaroni, tutti usciti dalle fila dell'Autonomia, hanno compiuto nel capoluogo felsineo una miriade di attentati e azioni delittuose, celandosi dietro sigle come SAP, Cellule Comuniste Combattenti, Gatti Selvaggi, F.C.C., tutte comunque sotto l'egida di Prima Linea.

Approfondimenti
  • Criminis imago. Le immagini della criminalità a Bologna, fotografie di Walter Breveglieri e Paolo Ferrari, Argelato (Bo), Minerva, 2020, pp. 126-127 (foto)
  • Luca Pastore, La vetrina infranta. La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979, Bologna, Pendragon, 2013, pp. 325-329

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