Gli squadristi bolognesi a Rimini dopo l'uccisione di Platania

21 maggio 1921, 12:00

Il 19 maggio 1921 alla stazione di Rimini viene ucciso Luigi Platania, ex anarchico e pluridecorato in guerra. Era tra i fondatori del locale fascio di combattimento e protagonista di numerose azioni contro i socialisti e gli anarchici.

Per il fascio la responsabilità del delitto è dei comunisti e dei socialisti, osteggiati anche dai cattolici e dai liberali conservatori di Rimini.  Molti di loro sognano di “tornare al medio evo ed instaurare la legge del taglione”

Il 20 maggio in piazza Cavour vi sono scontri tra comunisti e fascisti, che sparano anche colpi di pistola a scopo intimidatorio.

Nel borgo popolare di San Giuliano è incendiato il circolo anarchico, in via Clodia va in fiamme di circolo dei ferrovieri. In entrambe i casi è impedito l'intervento dei pompieri.

Intanto i fascisti di Sant'Arcangelo terrorizzano la gente “girando con le rivoltelle alla mano, con bastoni, minacciando, entrando nelle case”.

Il 21 maggio gli squadristi di Bologna, Ferrara, della Romagna e delle Marche si concentrano a Rimini per commemorare Platania.

Assieme ad Arpinati è presente il quartier generale dello squadrismo bolognese. Nel Politeama l'on Aldo Oviglio, di origine riminese, pronuncia l'orazione solenne in memoria del martire.

Dopo la cerimonia di commemorazione, i fascisti scorrazzano per Rimini “menando botte da orbi a chiunque volente o nolente non si fosse tolto il cappello al passaggio delle loro bandiere”.

Le misure riservate ai nemici prevedono: “nessuna fede politica, uno schiaffo; tessera Sindacato ferrovieri, due schiaffi e una bastonatura; tessera socialista, maggiori bastonate; per i comunisti e anarchici, ospedale e bando”.

In un manifesto si afferma che nessuno può opporsi ai fascisti, venuti a liberare la città “dalle clientele bolsceviche”. Si susseguono aggressioni, bastonature a sangue, minacce di morte.

Il 22 maggio i funerali di Platania sono disertati dai riminesi. Nassuno fa onore “ad un Eroe così vero e puro”. Il settimanale fascista di Bologna, “L’Assalto”, definisce Rimini “la città dei rammolliti e dei vili”, un “paese di mercanti ed affittacamere”.

Di ritorno in città dopo le esequie, i fascisti bolognesi sparano sulla folla radunata per la festa del Corpus Domini nella frazione di Santa Giustina, sulla via Emilia.

Una persona rimane uccisa e altre due moriranno poco dopo all’ospedale. Per l’aggressione lo squadrista Arconovaldo Bonaccorsi sarà condannato a tre mesi di carcere.

"L'eroica figura del Martire Eroe Fascista Luigi Platania" sarà commemorata fin nella lontana Australia. A Sydney, dove il Fascio locale porterà il suo nome, sarà presentato come "il generoso popolano ex combattente" che ha sacrificato la sua vita in difesa della Patria "minacciata nella sua esistenza dal nemico interno ubbriacato d'odio caino e di ideologie straniere".

Nel 1923 per il delitto di Platania si autoaccuserà Carlo Ciavatti, anarchico, mutilato sul lavoro e più volte coinvolto in vicende giudiziarie. L'anno seguente egli sarà condannato a vent'anni, che sconterà in varie carceri italiane. 

Approfondimenti
  • Andrea Baravelli, Le forme del nero. Nascita e affermazione del fascismo in Emilia-Romagna, Milano, Angeli, 2022
  • Sergio Flamigni, Luciano Marzocchi, Resistenza in Romagna. Antifascismo, partigiani e popolo in provincia di Forlì, Milano, La pietra, 1969, pp. 26-30
  • Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista, 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019 (voce: Bonaccorsi, Arconovaldo)
  • Romagna tra fascismo e antifascismo, 1919-1945. Il Forlivese-Cesenate e il Riminese, a cura di Patrizia Dogliani, Bologna, CLUEB, 2006, pp. 106-107
  • Storia di Rimini dal 1800 ai nostri giorni, Rimini, Ghigi, vol. 2: A. Gardini, G. Gattei, G. Porisini, Lo sviluppo economico e sociale, 1977, pp. 98-99
  • Ermanno Vichi, Alma Bertozzi, Nelle mani della giustizia. Il delitto Platania nella lotta politica riminese, Bologna, L. Parma, 1976