Gli eccidi di Camerlona e Savarna
Una massiccia operazione di rastrellamento compiuta il 22 agosto dalla Brigata Nera di Ravenna, per rappresaglia dell'uccisione del camerata Leonida Bedeschi, porta in carcere oltre 400 persone.
Anche dopo l'uccisione di dodici ostaggi al Ponte degli Allocchi il 25 agosto, molte vengono trattenute nel carcere del capoluogo.
Il giorno dopo, in un attentato partigiano lungo la Statale 16 muore un soldato germanico. La rappresaglia è immediata: la Brigata Nera consegna uomini da fucilare, prelevandoli dal carcere.
Sei di essi vengono portati in camion in località Camerlona, tra Ravenna e Alfonsine, e fucilati: sono Giulio Lolli, Pietro Lucci, Lino Mascalzoni, Stefano Miccoli, Ermidio Salvatori e Vincenzo Zanzi.
Gli altri cinque sono impiccati poco dopo a Savarna, aldilà del torrente Lamone, tra essi Ivo Calderoni, Giuseppe Fiammenghi e Nello, Luciano e Aristide Orsini, repubblicani e antifascisti molto noti a Lugo.
I colpi degli uccisi vengono lasciati insepolti e esposti per diversi giorni come monito alla popolazione.
A Camerlona un cartello attaccato ad un albero recita così: “Qui furono uccisi sei partigiani per aver ucciso un camerata tedesco”.
- Elios Andreini, Saturno Carnoli, Camicie nere di Ravenna e Romagna tra oblio e castigo, Ravenna, Artestampa, 2006, pp. 392-393
- Renzo Liverani, Squarci fra i loppi. 25 luglio 1943-25 aprile 1945. Frammenti di diario fra cronaca e storia nella bassa Romagna, Bologna, CID, 1975, p. 68
- Parola d'ordine Teodora, convegno di studi nel 60. anniversario della liberazione della città, Ravenna 2-3 dicembre 2004, a cura di Giuseppe Masetti e Antonio Panaino, Ravenna, Longo, 2005, p. 57