Giuseppe Guglielmi

1923-1995

Sull'argomento, quello della poesia, Guglielmi era molto reticente, come si trattasse di una zona strettamente vocata alla privatezza, materia scottante, da gestire con il massimo della compostezza, quasi da rimuovere ...
(M. Di Bella)

Nasce a Bari nel 1923. Nell'infanzia e nella giovinezza è costretto, con la famiglia, a numerosi trasferimenti, al seguito del padre, funzionario delle ferrovie. Ha come compagno di liceo Alfredo Giuliani, che lo ricorderà per il carattere "spinoso":

Sfogava il suo spirito beffardo nella conversazione, elargendo agli amici, con la sua bella voce rotonda di basso, battute mordaci e paradossi irridenti.

Nel 1946 si trasferisce a Bologna e frequenta la facoltà di Lettere. Si laurea con Carlo Calcaterra, con una tesi du Petrarca. E' amico di Leonetti, Scalia, Roversi, ma, nonostante le sollecitazioni di quest'ultimo, non collabora alla rivista "Officina". Vuole infatti tenersi in disparte da ogni gruppo o corrente.

Dal 1957 lavora a Londra per la BBC. A Bologna affianca all'attività di poeta e traduttore il ruolo di direttore del Consorzio provinciale di pubblica lettura, importante rete di servizi bibliotecari. Nel 1974 fonda e dirige l'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, collaborando, assieme ad altri intellettuali, quali Andrea Emiliani, Pier Luigi Cervellati, Nazareno Pisauri, Ezio Raimondi, ad orientare la politica culturale regionale.

Alla fine degli anni Settanta compie un viaggio di studio nelle biblioteche inglesi. Frutto di questa esperienza sono una serie di articoli dedicati alle problematiche bibliotecarie e dei beni culturali pubblicati su "Rinascita" (1979) e nel "Library Association record" (1980).

Anche i fratelli Angelo e Guido si stabiliscono a Bologna e hanno importanti ruoli istituzionali nell'ambito della cultura: il primo, critico letterario e dirigente RAI, ricoprirà la carica di Assessore comunale nella giunta Cofferati, il secondo, esperto di letteratura contemporanea, sarà valente professore e preside all'Università.

Tra i fratelli, Giuseppe è quello "dotato del timbro poetico più rigoroso e raffinato", ma anche il più schivo e anticonformista. Spirito caustico e severo, ama definirsi il "custode del niente". Per A. Battistini è autore di una poesia "devota alla parola esatta, nitida, governata da tensioni e da dolcezze".

Pubblica alcune raccolte poetiche, Essere e non avere (1955), Panglosse (1967), Ipsometrie (1980), particolarmente apprezzate da Luciano Anceschi, e partecipa ad alcune antologie del Gruppo '63. Sue poesie sono pubblicate anche nel Manuale di poesia sperimentale del fratello Guido e di Elio Pagliarani (1966). Collabora inoltre a riviste quali "Rendiconti", "Il Caffè", "Il Verri". Si distingue come traduttore dal francese di opere di Céline, Queneau, Gide e di saggi di Deleuze, Focillon, Starobinski per Einaudi e Il mulino. Muore a Bologna nel 1995. Gli è stata intitolata la biblioteca dell'IBC.

  • Andrea Battistini, L'ambiente letterario dal secondo dopoguerra, in: Bologna Novecento. Un secolo di vita della città, a cura di Maria Letizia Bramante Tinarelli, Castelmaggiore, FOR, 1998, pp. 63-64
  • Per Giuseppe Guglielmi, Bologna, Pendragon, 1999
  • La prassi delle parole. Giuseppe Guglielmi organizzatore culturale e traduttore, a cura di Enzo Colombo e Andrea Toscani, Bologna, Editrice Compositori, 2008

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