Giovanni Vicini muore in povertà
L'avvocato Giovanni Vicini (1771-1845) muore in povertà a Massalombarda (RA), dove è confinato dal 29 agosto 1835.
Laureato a Bologna in giurisprudenza, ha aderito alle idee di Napoleone. E' stato rappresentante di Cento ai congressi di Reggio Emilia e di Modena, poi è stato eletto segretario generale della Repubblica Cispadana.
Durante la Repubblica Cisalpina ha ricoperto a Milano importanti incarichi e ha partecipato ai comizi di Lione.
Con la Restaurazione si è tenuto lontano dalla politica, ma durante la "rivoluzione municipale" del 1831 è stato eletto a capo del Governo Provvisorio delle Provincie Unite. Dopo la resa di Ancona è fuggito in Francia.
Al ritorno in Italia è stato relegato in Romagna, dove per mantenersi ha aperto uno studio di consulenza legale. Tra i praticanti ha avuto anche il futuro grande attore Gustavo Modena (1803-1861).
- Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 185
- La storia d'Italia, Roma, La Biblioteca di Repubblica, 2005, vol. 25, Cronologia, p. 64
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 166