Festa per la Pace

6 aprile 1801, 00:04

Si tengono grandi feste, con la città tutta illuminata e fuochi d'artificio in Piazza Maggiore, per celebrare la pace firmata da Napoleone con l'Austria a Lunéville il 9 febbraio e pubblicata a Bologna il 31 marzo: spari di cannone, evoluzioni militari “a fuoco” di cavalleria e fanteria della Guardia Civica alla Montagnola, Te Deum in San Pietro, tutte le campane suonano a festa.

La piazza antistante all'Archiginnasio è intitolata alla Pace. Al centro di essa l'Amministrazione Dipartimentale del Reno decreta l'erezione di una colonna, progettata dall'architetto Giovan Battista Martinetti, dedicata "al popolo francese pacificatore", con alla sommità una statua raffigurante la Pace e la Prosperità.

Il 6 aprile il Presidente dell'Amministrazione Ferratini pone la “pietra fondamentale”, portata nella piazza da un carro tirato da quattro buoi inghirlndati, ma il monumento (la colonna della Pace) non sarà mai completato e la pietra sarà recuperata nel 1874, in occasione della collocazione della statua di Luigi Galvani. Nel Teatro Nazionale si tengono “sinfonie e cantate allusive alla Pace”.

Il ricavato del Veglione, che è a pagamento, è destinato per la “limosina” di riso a 3.000 poveri. I fuochi d'artificio e l'illuminazione non sono effettuati a causa del maltempo, mentre la corsa del Palio prevista si terrà il giorno successivo.

Approfondimenti
  • Giancarlo Bernabei, La Montagnola di Bologna. Storia di popolo, Bologna, Pàtron, 1986, p. 119
  • Bologna ai tempi di Stendhal, mostra iconografica, Bologna, 13-20 maggio 1972, introduzione e catalogo di Giancarlo Roversi, in: "L'Archiginnasio", 66-68 (1971-1973), vol. 2., p. 817

  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, pp. 146-147
  • Francesco Ceccarelli, L'intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna, Bononia University Press, 2020, pp. 44-45
  • Maria Teresa Chierici Stagni, Giovanni Battista Martinetti. Ingegnere e architetto. Un bolognese nato a Lugano, Bologna, Ponte nuovo, 1994, pp. 41-42
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 10
  • Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 2., p. 114, 116, 118
  • Libertà cara sei troppo amabile. Musica e teatro a Bologna dall'antico al nuovo regime, 1796-1805, a cura di Marina Calore, Bologna, Lo scarabeo, 1996, p. 54
  • Gli oggetti del Museo civico del Risorgimento, a cura di Otello Sangiorgi e Mirtide Gavelli, Bologna, Tipografia Metropolitana, 2015, pp. 14-15
  • Passi di danza, passi di parata. Feste civili e patriottiche a Bologna 1796-1870, a cura di Claudia Collina e Mirtide Gavelli, Bologna, Editcomp, 1994, p. 30
  • Marco Poli, Accadde a Bologna. La città nelle sue date, Bologna, Costa, 2005, p. 184
  • Giovanni Spadolini, L'Italia repubblicana, Roma, Newton Compton, 1988, p. 146
  • Angelo Varni, Bologna napoleonica. Potere e società dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia, 1800-1806, Bologna, M. Boni, 1973, p. 68