Felice Orsini rinchiuso a San Leo

dal 1 al 30 giugno 1844

Felice Orsini (1819-1858), carbonaro e patriota mazziniano, arrestato poco tempo prima a Pesaro, è tradotto in giugno nella fortezza di San Leo, assieme al padre e ai riminesi Andrea Borzatti e Enrico Serpieri.

"Posti a cavallo e bene incatenati", i ribelli vengono scortati alla prigione da ventiquattro soldati. L'episodio è ricordato da un dipinto dell'artista riminese Guglielmo Bilancioni (1903).

Il comandante fa rinchiudere i prigionieri in una segreta detta Spicco, un ambiente migliore di altri, per aver ospitato un tempo una caserma.

Nel suo diario Orsini descrive le celle come "orribili, anguste, con mura spesse più di un metro, e con finestre su tre decimetri di lato".

Il patriota romagnolo diventerà universalmente noto per l'attentato all'imperatore Napoleone III, il 14 gennaio 1858, per il quale sarà condannato a morte.

Il forte conserva la memoria della prigionia del conte di Cagliostro (1743-1795), famoso avventuriero, massone e cultore di scienze occulte, condannato nel 1791 per eresia e qui rinchiuso fino alla morte, in una cella a pozzetto, senza finestre.

Approfondimenti
  • Alberta Fabbri, Le vicende artistiche in Romagna tra regionalismi e identità nazionale, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, pp. 119-120
  • Enrico Montazio, Felice Orsini, Torino, dall'Unione tipografico-editrice, 1862, p. 18
  • Felice Orsini, Memorie politiche scritte da lui medesimo e dedicate alla gioventù italiana, Torino, presso T. Degiorgis, 1858, pp. 17-19, 24
  • Felice Orsini, Vita e memorie, precedute dalla storia dell'attentato del 14 gennaio 1858, e seguite dagli interrogatori e dai documenti del processo, ed. nuovissima, Firenze, Tip. Fratelli Martini, 1863-64, vol. 1., pp. 83-86