Felice Giani lavora a Palazzo Aldini

dal 1 gen al 31 dic 1805

Felice Giani (1758-1823) esordisce a Bologna decorando assieme ad altri artisti il palazzo di città del conte Antonio Aldini, una antica residenza senatoria in Strada Maggiore acquistata nel 1797 e fatta ristrutturare all'architetto Giovanni Battista Martinetti.

Il suo nome è stato suggerito all'Aldini dal conte Francesco Milzetti, che lo ha utilizzato a Faenza nel suo palazzo in stile neoclassico, divenuto emblema della aristocrazia del nuovo regime napoleonico.

Originario della provincia di Alessandria, Giani è stato allievo di Antonio Galli Bibiena, Domenico Pedrini e Ubaldo Gandolfi e collaboratore di Serafino Barozzi.

Ha vissuto a Roma dal 1780, dove si è legato ad alcuni protagonisti della locale scena artistica, come Batoni e Unterperger, e ha preso a disegnare con passione dai classici, riproducendo tra l'altro le Logge di Raffaello per la zarina di Russia.

A Bologna frequenterà assiduamente l'ambiente giacobino, portando a termine, assieme alla sua squadra di aiuti, importanti cicli decorativi nei palazzi dei personaggi più in vista della città.

Da un punto di vista stilistico, Giani evita il classicismo di tipo accademico e preferisce lo stile corsivo dei dipinti della Domus Aurea neroniana o di quelli, visti direttamente (1792) o studiati nelle stampe dell'epoca, di Ercolano e Pompei (Riccomini).

Un'altra fonte diretta della sua pittura è la ceramica faentina del Rinascimento, di cui ripropone le "stilizzazioni folgoranti" e "l'atteggiamento smitizzante". Inoltre, almeno a Faenza, guarda alla pittura di Tiepolo. La sua arte non riflette un impegno civile e non segue gli imperativi della storia: è invece suggestionato dal mito.

La vicenda umana è per lui uno "spettacolo congestionato e immaginoso" (Grandi), espresso con un linguaggio che è fuoco, con colori così arditi e una tale armonia nei gruppi da colmare di piacere "l'animo e l'imaginazione de' riguardanti" (Morini).

Approfondimenti
  • Roberto Balzani, Giancarlo Mazzuca, Amarcord Romagna. Breve storia di una regione (e della sua idea) da Giulio Cesare a oggi, Argelato, Minerva, 2016, pp. 98-99
  • Francesco Ceccarelli, Architettura e trasformazioni urbane. Bologna e la Romagna, in: Storia dell'architettura italiana. L'Ottocento, a cura di Amerigo Restucci, Milano, Electa, 2005, tomo 1., pp. 148-149
  • Renzo Grandi, Pittura e scultura nell'Ottocento, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., pp. 1207-1208
  • Roberto Martorelli, Cento anni di scultura bolognese. L'album fotografico Belluzzi e le sculture del Museo civico del Risorgimento, Bologna, Museo del Risorgimento, 2008, p. 15
  • Anna Maria Matteucci, L'itinerario bolognese di Felice Giani, in: "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia", 1 (1979), pp. 303-317
  • Anna Ottani Cavina, Felice Giani (1758-1823) e la cultura di fine secolo, con la collaborazione di Attilia Scarlini, Milano, Electa, 1999
  • Eugenio Riccomini, L'arte a Bologna. Dalle origini ai giorni nostri, Bologna, Editoriale Bologna, 2003, pp. 312-313