Wagner e le campane di San Pietro

26 settembre 1876, 12:05

Dal 26 al 29 settembre Richard Wagner (1813-1883) soggiorna quasi in incognito a Bologna con la famiglia. Tra le poche persone che incontra vi è il sindaco Tacconi, con il quale concorda una visita ufficiale a dicembre, in occasione della rappresentazione dell’opera Rienzi al Teatro comunale.

Secondo alcune testimonianze, durante la permanenza in città, il compositore rimane impressionato dal suono delle campane della cattedrale di San Pietro.

Il complesso delle quattro campane antiche, tra le quali la "nonna" del 1594 di oltre tre tonnellate, è il maggiore dell'intera città e della diocesi.

Il concerto è considerato tra i più pesanti del mondo. L'esecuzione dei doppi alla bolognese richiede la presenza sulla torre di molti campanari (oltre 20). Le campane eseguono rotazioni alternate e complete di 360 gradi. 

Si tratta di una tecnica molto spettacolare, ma anche molto faticosa. La qualità del suono dei quattro bronzi (grossa, mezzana, mezzanella, piccola) è però ineguagliabile.

Nel III atto del Parsifal, nella scena del Venerdì Santo, Wagner inserirà in effetti un suono di campane che può essere considerato un riferimento o un ricordo dei "doppi" bolognesi, anche se non esattamente di quello di San Pietro, che è intonato secondo intervalli differenti.

Approfondimenti
  • Campanili e campane di Bologna e del Bolognese, a cura di Mario Fanti, Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna, 1992, p. 202
  • Gianmario Merizzi, ... e tutta la città era in suoni. I luoghi della storia della musica a Bologna, Bologna, Comune di Bologna, 2007, p. 27
  • G.C. Rossi, Campane, campanari e campanili, in “La Mercanzia”, 5-6 (1953), pp. 5-9
  • Wagner a Bologna (4-5 dicembre 1876). Testimonianze, a cura di Luigi Verdi, Bologna, Tipografia Musiani, 2000