Esposizione di Brigida Fava Ghisilieri

dal 1 al 31 marzo 1833

Nelle sale dell'Accademia di Belle Arti, la marchesa Brigida Fava Ghisilieri (1802-1877), definita da Giuseppe Mazzini “la donna più benemerita della patria nello Stato pontificio”, espone la copia di sua mano di un quadro di Leonardo da Vinci, “fatta con molta diligenza e fedeltà”.

Sposa a sedici anni del marchese Giuseppe Tanari, Brigida anima nel suo palazzo in via Galliera uno dei centri politici della Bologna liberale e uno dei salotti più rinomati, al quale accorrono uomini di lettere come Paolo Costa, Giovanni Marchetti e Carlo Pepoli e vi compare Pietro Giordani, che la ammira “come donna di spirito e di ingegno”.

I suoi interessi sono molteplici, dalla letteratura e la filosofia tedesca, studiate alla corte dell'Elettore di Assia Cassel, alla miniatura appresa da un artista inglese.

Le sue opere sono vendute per finanziare iniziative caritative o per la causa liberale. La scelta politica democratico-liberale è confermata dalla nomina di Gabriello Rossi, esponente sansimoniano compromesso nei moti del 1831, a precettore dei suoi figli.

Approfondimenti
  • Serena Bersani, 101 donne che hanno fatto grande Bologna, illustrazioni di Giovanna Niro, Roma, Newton Compton, 2012, pp. 163-164
  • Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, pp. 232-233
  • Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., p. 457, nota 3
  • La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009, a cura di Roberto Martorelli, Bologna, Tipografia moderna, 2009, pp. 218-219
  • Aldobrandino Malvezzi, Un precursore di riforme sociali dimenticato: Gabriello Rossi, in: "Strenna storica bolognese", 1957, pp. 357-365
  • Elena Musiani, Circoli e salotti femminili nell'Ottocento. Le donne bolognesi tra politica e sociabilità, Bologna, CLUEB, 2003, pp. 84-87
  • Elena Musiani, Dal salon all'atelier: spazi delle donne bolognesi dal 1861 al 1911, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 208
  • Alberto Preti, Giornali, circoli, caffé: le idee di unità e di indipendenza a Bologna, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 3., p. 382
  • Valeria Roncuzzi, Mauro Roversi Monaco, Bologna s'è desta! Itinerario risorgimentale nella città, Argelato (BO), Minerva, 2011, pp. 260-261
  • Gida Rossi, Bologna nella storia nell'arte e nel costume, Sala Bolognese, Forni, 1980, p. 653
  • Giuseppe Carlo Rossi, La guardia provvisoria e la liberazione di Bologna, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, p. 138

  • Armando Saitta, Un socialista-conservatore del Risorgimento: Gabriello Rossi, in: "Rassegna storica del Risorgimento", pp. 168-188