Esplode un treno in galleria. I partigiani incolpati per errore
Il 30 luglio esplode un treno di carri-botte pieni di benzina fermo da tempo nella galleria Misa della linea Porrettana, nei pressi di Marzabotto.
Lo scoppio sfonda la galleria: “fiamme come fulmini” fuoriescono dagli imbocchi. E' uno spettacolo impressionante, “il finimondo”. Muore una donna che si avvicina troppo al luogo del disastro.
I tedeschi sospettano che l'incendio sia un sabotaggio dei partigiani della Stella Rossa e catturano 18 ostaggi, pronti a fucilarli.
Ma il colpevole del disastro è un “mite civile”, il capocantiere Zecchi, che abita vicino alla galleria ed è solito raccogliere la benzina che gocciola dalle botti dei treni in transito.
Questa volta si è avvicinato ai vagoni con in mano una lampada a carburo, che ha provocato l'esplosione.
La sua confessione, raccolta in punto di morte da don Fornasini, parroco di Sperticano - e subito riferita al comandante tedesco - evita la rappresaglia sui prigionieri.
- Luciano Gherardi, Le querce di Monte Sole. Vita e morte delle comunità martiri fra Setta e Reno, 1898-1944, introduzione di Giuseppe Dossetti, 5. ed., Bologna, Il mulino, 1994, pp. 238-239
- Alberto Leoni, “O tutti o nessuno!" Storia e ritratti dei 123 sacerdoti e religiosi morti in Emilia-Romagna nella seconda guerra mondiale, Milano, Ares, 2021
- Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, p. 89, 101
- Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 223-224