Esecuzioni capitali per i disordini seguiti all'8 agosto 1848

21 luglio 1853, 00:06

Nello spiazzo tra Porta Lame e Porta San Felice, da tempo utilizzato per le esecuzioni, vengono decapitati alcuni condannati dalla Sacra Consulta.

La sentenza parla di omicidi, “per ispirito di parte”, di un gendarme e di un secondino delle carceri, avvenuti il 2 settembre 1848, all'epoca dell'anarchia popolare seguita alla “gloriosa giornata” dell'8 agosto.

Dei quattro condannati solo uno accetta il conforto religioso. Altri cinque complici sono condannati all'ergastolo e uno a dieci anni di galera.

Il 27 luglio sono eseguite altre pene capitali contro quattro uomini, “rei di omicidio di parte”. Le uccisioni, avvenute il 1° settembre 1848, riguardano un piantone notturno e un ispettore di polizia.

Ad altre persone, per gli stessi omicidi, la pena è commutata nella galera a vita. Prima di salire sul patibolo, alcuni dei condannati gridano: “Viva la libertà, Viva l'Italia”.

Approfondimenti
  • Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 2., p. 285-286
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 3: 1850-1860, p. 350, 366, 380, 422