Elezioni "infernali"

15 maggio 1921, 00:00

Le elezioni politiche del 15 maggio si svolgono in Italia in un clima di intimidazioni e violenze. Pietro Nenni le chiamerà “elezioni infernali”. Secondo un bilancio del ministero dell'Interno, nel corso della domenica elettorale vi sono in Italia 38 morti e 104 feriti.

Il prefetto Cesare Mori ha chiesto e ottenuto di poter utilizzare, nella provincia di Bologna, truppe di fanteria accanto alle forze di polizia.

Le violenze si accentuano soprattutto la settimana prima del voto: Il 5 maggio lo squadrista Piero Ranuzzi muore per un colpo accidentale della propria arma, mentre in scontri di piazza viene uccisio il maresciallo dei carabinieri Pietro Biragi.

In provincia sono invase e danneggiate la sede della la lega di Altedo, la Casa del popolo di Pegola, la cooperativa di consumo di Camugnano. Un grave episodio accade a S. Maria in Duno, dove viene ucciso il capolega Amedeo Lipparini.

L'8 maggio, “domenica violenta” - con 15 vittime - in tutta Italia, in serata è incendiata a Bologna la camera del lavoro.

A Imola nei giorni precedenti le elezioni l’on. Anselmo Marabini e il sindaco Giulio Miceti subiscono aggressioni, riportando fortunatamente solo lievi conseguenze.

Il 10 maggio in via Broccaindosso le camicie nere penetrano in un deposito del partito comunista e portano via migliaia di schede elettorali, di manifesti e di volantini. Tutto il materiale viene poi bruciato davanti alla sede del fascio in via Marsala.

Il 14 maggio a Sala Bolognese socialisti e fascisti si scontrano più volte, con feriti da entrambe le parti. Alcuni giorni dopo morirà Sebastiano Monari, fondatore e primo segretario del fascio locale.

Il 15 maggio, giornata elettorale, nei pressi dei seggi i fascisti lanciano intimidazioni contro gli elettori di sinistra, impedendo loro, in molti casi, di entrare a votare.

Secondo il "caposquadra" Dino Grandi, per i fascisti le elezioni non sono altro che una spedizione punitiva, mentre il cremonese Farinacci le considera "parte della guerra civile" e finalizzate ad "atterrare l'avversario".

I socialisti vincono nel collegio di Bologna, ma perdono 6 seggi su 15, che vengono conquistati dal Blocco nazionale, la formazione elettorale che unisce fascisti, liberali e nazionalisti.

Arrestato alla vigilia del voto per vilipendio nei confronti del Re, Grandi è eletto in Parlamento a soli 26 anni con i voti dei repubblicani romagnoli.

In città il più votato del Blocco è Aldo Oviglio, radicale di antica data e da poco fascista. Mussolini ottiene un trionfo personale con 173 mila voti a Bologna.

Nella provincia di Ferrara, dove le sedi di sinistra e le camere del lavoro sono state sistematicamente prese d'assalto, le destre avanzano nettamente. Italo Balbo può affermare che l'Emilia è "la più vasta riserva di uomini del fascismo italiano".

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 353
  • Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese. Comune per comune, Bologna, ANPI, 1998, p. 9
  • Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, pp. 144-145
  • Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, Il mulino, 2013, pp. 75-78
  • Mario Facci, Alessandro Borri, Porretta dall'Unità alla Repubblica, 1859-1948. Cronache porrettane, aspetti politico-sociali, i sindaci e i podestà, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno - Comune, 1998, p. 23
  • Sergio Flamigni, Luciano Marzocchi, Resistenza in Romagna. Antifascismo, partigiani e popolo in provincia di Forlì, Milano, La pietra, 1969, p. 18
  • Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, pp. 326, 328, 331-332
  • Emilio Gentile, E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma, Roma, Bari, GLF editori Laterza, 2012, p. 25
  • Dino Grandi, Il mio paese. Ricordi autobiografici, a cura di Renzo De Felice, Bologna, Il mulino, 1985, pp. 139-141
  • Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 185, 207
  • Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, pp. 143-145
  • Sven Reichardt, Camicie nere, camicie brune. Milizie fasciste in Italia e in Germania, Bologna, Il mulino, 2009, pp. 46-48