Il ferroviere Gnudi eletto sindaco

31 ottobre 1920, 00:00

Alle elezioni amministrative i socialisti perdono 1.800 voti in città rispetto alle elezioni precedenti, ma confermano 48 consiglieri.

I conservatori si presentano uniti nel comitato “Pace, libertà, lavoro”, raccolto dal clinico Giuseppe Ruggi (1844-1925). Vi aderiscono liberali moderati, quali Giuseppe Tanari (1852-1933) e Frank de Morsier, radicali come Aldo Oviglio (1873-1942), ex combattenti come Angelo Manaresi (1890-1965), nazionalisti e personalità accademiche (oltre a Ruggi anche Umberto Puppini e Cesare Colliva).

Il 24 ottobre il Comitato ha espresso in un manifesto le preoccupazioni dei conservatori sulla “degenerazione mostruosa e implacabile” del partito socialista e sul futuro di “fame, guerra civile, rovine, terrore, barbarie” che attende la città se essa non saprà difendersi.

Il "blocco della paura", protetto durante i comizi dalle squadre del Fascio di combattimento, ottiene lo stesso numero di voti ottenuti nel 1919 dal binomio liberali-combattenti ed elegge solo dodici consiglieri.

Travolgente è il successo socialista nella provincia. Le elezioni si svolgono in sette tornate, dal 19 settembre al 31 ottobre. I "rossi" conquistano 55 comuni su 61 e 48 seggi contro 3 nel Consiglio provinciale. In 33 comuni sono sia maggioranza che minoranza.

Il nuovo consiglio municipale elegge alla carica di sindaco il ferroviere Enio Gnudi (1893-1949), socialista della corrente comunista, in sostituzione di Francesco Zanardi, divenuto deputato.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, pp. 196-197 (Voce: Pace libertà lavoro), 212, 351
  • Luigi Arbizzani, Antifascismo e lotta di Liberazione nel Bolognese. Comune per comune, Bologna, ANPI, 1998, p. 8
  • Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, p. 144
  • Tiziano Costa, Bologna '900. Vita di un secolo, 2. ed., Bologna, Costa, 2008, p. 81
  • Guido Crainz, Padania. Il mondo dei braccianti dall'Ottocento alla fuga dalle campagne, Roma, Donzelli, 1994, p. 183
  • Pier Paolo D'attorre, Il fascismo di Arpinati e Grandi, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1990, vol. 4.: Bologna dall'Unità alla Liberazione, pp. 182-183
  • Mario Facci, Alessandro Borri, Porretta dall'Unità alla Repubblica, 1859-1948. Cronache porrettane, aspetti politico-sociali, i sindaci e i podestà, Porretta Terme, Gruppo di studi alta valle del Reno - Comune, 1998, p. 22
  • Le origini del fascismo in Emilia-Romagna. 1919-1922, a cura di Andrea Baravelli, Bologna, Pendragon, 2022, p. 200
  • Pietroburgo nella pianura bolognese. Documenti, testimonianze e immagini su Argelato, Funo e dintorni, dal 1859 in poi, a cura di Luigi Arbizzani, Argelato, Comune di Argelato, Assessorato alla cultura, 1989, pp. 52-53
  • Antonio Senta, Rodolfo Vittori, Guerra civile. Bologna dal primo dopoguerra alla marcia su Roma (1919-1922), Milano, Zero in condotta, 2024, pp. 130-131
  • Ivan Spada, Il fascismo a Bologna. Storia delle camicie nere all'ombra delle due torri (1919-1945), Roma, Red Star Press, 2021, p. 46
  • Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, p. 43, 124 (E. Gnudi)