Disposizioni del CUMER alla 36a Brigata Garibaldi
Sante Vincenzi, ufficiale di collegamento tra le brigate partigiane del bolognese, raggiunge il comando della 36a Brigata Garibaldi a Cà di Gostino. Porta le disposizioni del CUMER - il comando regionale partigiano - riguardo alla partecipazione della grande formazione imolese e romagnola alla liberazione delle città della via Emilia.
Vincenzi si raccomanda che le compagnie anticipino possibilmente le truppe inglesi e polacche, muovendo "né troppo presto, né troppo tardi", cioè tra la ritirata dei tedeschi e l'arrivo delle avanguardie alleate.
La 36a è divisa in quattro battaglioni: il 1° e il 4°, comandati da Libero Golinelli e Guerrino De Giovanni, hanno l'ordine di convergere su Bologna; il 2° btg., comandato da Ivo Mazzanti, è diretto su Faenza; il 3° con Carlo Nicoli è destinato a Imola.
L'andamento delle operazioni militari sulla Linea Gotica e in Romagna, con l'arresto del fronte a Belmonte e sul Senio, rovescerà completamente le previsioni.
Il 1° btg. si dividerà dopo il 21 settembre: le compagnie di Oscar e di Guerrino rimarranno nella zona di Casoni di Romagna e verranno sbaragliate dai tedeschi a Cà di Guzzo.
Quella di Libero si congiungerà il 24 settembre con gli americani nei pressi di Visignano, coadiuvandoli nella conquista del monte La Fine. In seguito otterrà dagli inglesi di restare in prima linea e nell'inverno presidierà la zona di Tossignano.
Il 2° btg. si avvicinerà a Faenza, ma sarà costretto a ripiegare per la forte presenza di truppe nemiche e resterà assieme al 4° btg. nella zona di Purocielo, agli ordini del comandante Luigi Tinti (Bob).
Dopo la battaglia a Purocielo, Cà di Malanca e Cavina i due btg. si congiungeranno il 17 ottobre con gli inglesi, che li invieranno prima in un convento a San Benedetto in Alpe e poi nel centro di raccolta dei partigiani di Firenze.
Il 3° btg. di Nicoli aiuterà gli americani nella conquista del Monte Carnevale e del Monte Battaglia, ma il 29 settembre sarà disarmato a Moraduccio e avviato nelle retrovie a Scarperia.
In seguito i suoi uomini saranno inseriti, come "partigiani con le stellette", nei gruppi di combattimento italiani.
- Sara Prati, La Resistenza a Castel San Pietro, a cura del Comitato per il Trentennale della Resistenza, Imola, Grafiche Galeati, 1975, pp. 36-38
- Adler Raffaelli, Guerra e liberazione: Romagna 1943-1945, Bologna, Editcomp, 1995, vol. 1: Storiografia, pp. 132, 149-150, 155-157, 239
- La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 129, 135-136
- Romagna 1944-45: le immagini dei fotografi di guerra inglesi dall'Appennino al Po, Bologna, CLUEB, 1983, p. 177
- Werther Romani, Mauro Maggiorani, Guerra e Resistenza a San Lazzaro di Savena, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2000, pp. 25-26