Defezioni in massa dal sindacato

24 novembre 1920, 00:00

400 impiegati comunali si dimettono dal sindacato di sinistra, seguiti alcuni giorni dopo dalle dattilografe avventizie. All'inizio di dicembre si staccano dalla Camera del Lavoro gli impiegati del dazio, i professori fuori ruolo, gli impiegati della Provincia, i vigili urbani, i funzionari delle opere pie.

La Federazione dell'Ago invita le lavoratrici a lasciare la CdL, vista come un'organizzazione “guidata verso atteggiamenti di violenza e strage”. Una vera e propria emorragia di forze sindacali continua nelle settimane successive alla strage di Palazzo d'Accursio.

Tra l'ottobre 1920 e il gennaio 1921 circa 20.000 iscritti lasciano la CdL socialista. Intanto viene costituita la Camera sindacale del Lavoro, che si definisce apolitica e contraria alla lotta di classe e gestisce un ufficio di collocamento alternativo alla CdL presso la sede del Fascio.

Approfondimenti
  • Pier Paolo D'attorre, Il fascismo di Arpinati e Grandi, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1990, vol. 4.: Bologna dall'Unità alla Liberazione, p. 184
  • Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Bologna, Tinarelli, 2011, pp. 106-109