Comunisti infiltrati nei sindacati fascisti

dal 1 al 31 marzo 1930

Nelle fabbriche dell'Emilia-Romagna è diffusa in marzo una circolare organizzativa del Partito comunista contenente indicazioni per il lavoro politico all’interno dei sindacati fascisti. Indicazioni simili sono espresse dal IV Congresso del PC italiano, che si tiene a Colonia, in Germania, nell'aprile del 1931.

Negli anni seguenti a Bologna numerosi attivisti diverranno fiduciari di fabbrica (figura istituita nel 1939): alla Minganti, nell'Azienda Tramviaria, alla Sabiem, dove sarà eletto il comunista Raffaele Gandolfi, all'ACMA, dove opererà Giannino Masi (1925-1945), dirigente del Fronte della Gioventù clandestino guidato da Eugenio Curiel (1912-1945).

Proprio Curiel afferma da tempo nei suoi scritti la necessità di creare all'interno del sindacato fascista "gruppi segreti" in grado di influenzare gli operai.

Alcuni comunisti infiltrati raggiungeranno perfino incarichi di responsabilità, come Emanuele Guizzardi, eletto segretario provinciale del sindacato fascista scalpellini.

L'attività di penetrazione, volta ad "agevolare e preparare la rottura della legalità fascista", riguarderà, oltre ai sindacati e ai consigli di fabbrica, anche i gruppi universitari fascisti (GUF).

Nel 1934 diversi comunisti saranno condannati ad oltre cento anni di carcere dai Tribunali Speciali per essersi infiltrati nei sindacati e nelle associazioni ricreative e sportive fasciste, ottenendo l'adesione di molti "giovani inesperti".

La caccia ai militanti dei partiti clandestini inseriti di nascosto nei sindacati continuerà anche negli anni successivi. Nel 1936-37 saranno 65 gli antifascisti coinvolti in tre distinti processi.

Saranno comunque numerosi gli antifascisti in carica come fiduciari nelle fabbriche bolognesi in occasione degli scioperi del 1943-44. Quasi tutti confluiranno con funzioni dirigenziali nelle varie formazioni partigiane.

Approfondimenti
  • Luigi Arbizzani, Lotte dei bolognesi dal 1922 alla Liberazione, in La Resistenza in Emilia-Romagna, numero unico della Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza e del movimento di liberazione, Bologna, Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza, 1966, pp. 20-21
  • Luciano Bergonzini, Politica ed economia a Bologna nei venti mesi dell'occupazione nazista, Imola, Galeati, 1969, p. 42
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 63
  • Pier Paolo D'attorre, Bologna “imperiale”, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova editoriale AIEP, 1990, vol. 4.: Bologna dall'Unità alla Liberazione, p. 217
  • Raffaele Gandolfi, I fiduciari di fabbrica. L'attività degli operai comunisti all'interno del sindacato fascista a Bologna, Milano, La pietra, 1980
  • Mauro Maggiorani, Vincenzo Sardone, Libertà: i luoghi, i volti, le parole. Memorie dell'antifascismo e della Resistenza nel quartiere Savena di Bologna, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2004, pp. 88-89
  • La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, p. 20
  • Giorgio Scarabelli, 25 anni di galera per antifascismo. Dall'aula 4. del Tribunale speciale al lager di Mauthausen. Tranche de vie di un militante comunista, Bologna, Tip. moderna, 1982, pp. 30-31