Ricordata fin dal 1088, fu riedificata nel 1624 da Sebastiano Fiorini e ampliata nel 1858 da Luigi Marchesini, che ne rifece la facciata e l'interno. Vi si conservano statue ottocentesche di A. Bertelli e dipinti di O. Samacchini, B. Gennari, F. Pedrini, G. Varotti, M. A. Franceschini, A. Guardassoni. Nella sacrestia si conservano un affresco di Lippo di Dalmasio della fine del XIV secolo e una Pietà in terracotta di A. G. Piò (1730 c.).
Approfondimenti
- Umberto Beseghi, Introduzione alle chiese di Bologna, 4. ed., Bologna, Tamari, 1964, pp. 234-235
- Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, pp. 256-257
- Tiziano Costa, Chiese di Bologna. Storia, arte e cronaca, Bologna, Costa, 2009, pp. 94-95
- Marcello Fini, Bologna sacra. Tutte le chiese in due millenni di storia, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 101-102
- Paola Foschi, Domenico Cerami, Renzo Zagnoni, Monasteri benedettini nella diocesi di Bologna (secoli VII-XV), a cura di Paola Foschi, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 235-236
- S. Isaia. Una chiesa, una parrocchia, una comunità, Bologna, 1995
- Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 2., p. 410
- Via Sant'Isaia, in: "Bologna ieri, oggi, domani: attualità, storia, arte, costume, misteri e personaggi della città più suggestiva d'Italia", 14, 1993, pp. 29-39