Bombe al napalm sull'Appennino
Dall'autunno del 1944 è sperimentata in Appennino una bomba dagli effetti devastanti, utilizzata per la prima volta dagli Alleati nella campagna di giugno in Normandia.
E' un ordigno incendiario, dotato di un involucro di alluminio contenente una sostanza gelatinosa detta napalm - il nome deriva dai principali elementi costitutivi: naftenato di alluminio e palmitato di sodio - che sviluppa un enorme calore e ha grande durata e adesività.
Accanto alle bombe al fosforo, quelle al napalm sono particolarmente adatte sui boschi e sulle trincee nemiche.
Bombe incendiarie sono usate ad esempio il 17 ottobre durante l'attacco a Monte Belmonte (Castel San Pietro) e il 13 novembre su Tolè, dove la piazza viene invasa da "un lago di fuoco" e l'incendio consuma le case fino al giorno successivo.
Il 15 aprile 1945 il napalm sarà utilizzato dagli Alleati contro le difese tedesche a Monte Sole e Monte Caprara, durante l'avanzata della 6a Divisione corazzata sudafricana.
In seguito diverrà tristemente noto per i devastanti bombardamenti americani nel Vietnam.
- Luigi Arbizzani, Prima degli Unni a Marzabotto, Monzuno, Grizzana. Uomini, luoghi ed altro dal '900 agli eccidi nazifascisti del 1944, il post-liberazione e il ricordo, Bologna, Grafis, 1995, pp. 124-125
- La battaglia per la "Gotica". Il Secondo Corpo statunitense da Firenze a Monte Grande, a cura di Romano Rossi e Fabrizio Tampieri, Imola, Bacchilega, 2011, p. 208
- Domenico Galeotti, Fu guerra in casa nostra. Linea Gotica, Casalecchio di Reno, Pieffepi, 2007, p. 102
- Giancarlo Rivelli, La guerra, in Monzuno. Storia, territorio, arte, tradizione, Rastignano (Bo), Timeo, stampa 1999, pp. 233-270
- Ezio Trota, Carlo Mondani, Vittorio Lenzi, Gli anni di guerra fra Reno e Panaro (1943-1945), Modena, Il fiorino, 2003, pp. 58-59, 109, 208