Bologna proclamata Centrale della Repubblica Cispadana
Al termine di trentotto sedute il terzo congresso cispadano, riunito a Modena dal 21 gennaio al 1° marzo, proclama terminato il Piano di Costituzione, che dovrà essere approvato dai comizi elettorali delle città emiliane.
La nuova carta, pubblicata l'8 marzo, prevede un triplo livello di elezioni e due camere di 60 e 30 membri, il potere esecutivo di tre membri e un'attività giudiziaria di impianto francese. La religione cattolica è la sola riconosciuta.
Bologna è proclamata Centrale della Repubblica e sede del Direttorio. Il territorio della Cispadana è diviso, secondo il modello francese, in dipartimenti.
Le terre del bolognese ne hanno quattro: dipartimento del Reno (Bologna), delle Terme (Vergato), dell'Alta Padusa (Cento) e del Santerno (Imola).
La costituzione sarà approvata il 19 marzo dai comizi primari - pure con un'alta percentuale di voti contrari - ed entrerà in funzione il 26 aprile successivo.
La costituzione bolognese, votata in San Petronio il 4 dicembre 1796, cesserà da questo momento di avere valore.
- Alla scoperta del Risorgimento a Bologna e provincia, a cura di Giuseppe Maria Mioni e Marco Poli, nuova ed., Bologna, Congregazione felsinaria, 2011, p. 9
- Luigi Aureli, Annali della città di Bologna dall'anno 1797 ai nostri giorni, compilati dal dottor L.A., Bologna, pe' tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1849, pp. 11-12
- Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in: Storia di Bologna, direttore Renato Zangheri, vol. 4., tomo 1., Bologna, Bononia University Press, 2010, p. 14