Bologna stazione centrale
L’attuale fabbricato della stazione centrale di Bologna fu inaugurato nel lontano 1876, opera in stile neo-rinascimentale dell’ingegnere milanese Gaetano Ratti. A quel tempo Bologna era ormai il nodo ferroviario più importante d’Italia: diverse linee congiungevano le regioni del nord ed era già in funzione la ferrovia Porrettana, opera ardita dell’ingegnere francese Jean Louis Protche, che raggiungeva la Toscana attraverso gli Appennini.
La stazione centrale si affacciava su un ampio piazzale, in seguito cinto da una robusta cancellata per consentire la chiusura notturna. L’edificio principale aveva al centro una torretta con orologio e l’ingresso era coperto con un’agile pensilina in ferro. Fino al 1926 i cinque binari di transito furono sormontati da un’unica, alta tettoia. Ai lavori di ampliamento degli anni Venti, quando fu costruito il sottopassaggio e il ponte di via Matteotti, seguì, nel 1934, l’inaugurazione solenne della ferrovia Direttissima, alla presenza del re d’Italia. Al centro del piazzale sorse allora una fontana monumentale, a ricordo dei 100 operai morti nello scavo della grande galleria dell’Appennino. Dieci anni dopo la stazione di Bologna divenne uno dei bersagli più ambiti dell’aviazione alleata: tra il 1943 e il 1945 lo scalo ferroviario del capoluogo emiliano fu colpito e distrutto a ripetizione. E la tragedia continuò purtroppo anche nel dopoguerra con il terrorismo e culminò nella strage del 2 agosto 1980. Dopo questo episodio, che ha segnato profondamente la città di Bologna, fu lanciata dal sindaco Zangheri l’idea di una nuova moderna stazione. Cominciò allora una stagione di concorsi, dibattiti e polemiche, che attraverso le vicende del progetto Bofill, alla fine del Novecento, giunge fino ai giorni nostri, alla ormai prossima inaugurazione della ferrovia ad Alta Velocità.
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