Arresto di Giuseppe Petroni

13 agosto 1853, 00:05

Il bolognese Giuseppe Petroni (1812-1888) è arrestato il 13 agosto a Roma assieme ad altri ventidue cospiratori, tra i quali Napoleone Masina, Luigi Bertocchi, Cesare Guidicini.

Corrispondente e rappresentante di Mazzini in Italia, risulta l'organizzatore di una sommossa nella capitale, destinata a suscitare un'insurrezione generale in tutta l'Italia. Condannato a morte, la pena sarà poi commutata in ergastolo.

Petroni ha partecipato, ancora studente, ai moti del 1831 e in seguito ha aderito alla Giovine Italia e alla Società degli Apofasimeni o Setta Apotofimena.

Arrestato, ma non condannato nel 1834, si è trasferito a Roma, dove è diventato un celebre avvocato, continuando a propagandare le idee repubblicane.

Rimarrà in prigione nella capitale anche dopo l'Unità d'Italia, fino al 20 settembre 1870. Negli ultimi anni della sua vita ricoprirà la carica di Gran Maestro della massoneria italiana.

Approfondimenti
  • Bologna massonica. Le radici, il consolidamento, la trasformazione, a cura di Giovanni Greco, Bologna, CLUEB, 2007, pp. 205-206
  • Giulio Cavazza, Cospirazioni e moti risorgimentali dal 1831 al 1845 nei ricordi di Augusto Aglebert, in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, p. 152
  • Carlo Manelli, La Massoneria a Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, p. 72
  • Ugo Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, a cura della Federazione fra le Società militari della città e Provincia di Bologna, Bologna, Zanichelli, 1906, p. 122
  • Valeria Roncuzzi, Mauro Roversi Monaco, Bologna s'è desta! Itinerario risorgimentale nella città, Bologna, Minerva, 2011, p. 189
  • Gida Rossi, Bologna nella storia nell'arte e nel costume, Sala Bolognese, Forni, 1980, p. 634