Apertura del teatro del Corso

@ Via Santo Stefano, 33, 40124 Bologna BO
19 maggio 1805, 00:11

In Strada Santo Stefano, conosciuta come il corso di Bologna (vi si svolge tradizionalmente il corso mascherato di Carnevale), sul terreno un tempo occupato dal palazzo senatorio Rossi Turrini, apre il 19 maggio un bel teatro in stile neoclassico, di proprietà dell'impresario Giuseppe Badini.

Questi già nell'agosto del 1802 ha diffuso un bando in cui spiegava la mancanza di un teatro di media grandezza “in uno dei più comodi e migliori punti della Città”.

Per sostenere l'edificazione ha distribuito quaranta carati, con ciascuno dei quali ogni “caratista” ha acquistato un palco con annesso camerino. Tra i compratori di spicco vi sono il principe Astorre Hercolani, l'avvocato Filicori e l'ingegnere Martinetti.

Il grande edificio è stato progettato e costruito dall'architetto Francesco Santini (1763-1840), ingegnere e professore di Prospettiva all'Accademia di Belle Arti, che si è ispirato al nuovo teatro di Ferrara, progettato da Giuseppe Foschini e Cosimo Morelli (1796).

La sua proposta è stata preferita a quella dell'architetto Ercole Gasparini (1771-1829), soprattutto per ragioni economiche.

E' dotato di una sontuosa sala a pianta ellittica con quattro ordini di palchi, più il “lubione”, con palchetti a forno e un ampio palcoscenico attrezzato, che appoggia sui muri della chiesa di San Giovanni in Monte.

Tutti gli ambienti sono decorati con pitture, motti e medaglioni raffiguranti i maggiori attori del passato, dovuti ai migliori artisti sulla piazza, quali Giovanni Putti, Serafino Barozzi, Filippo Pedrini, Giuseppe Muzzarelli.

Nel complesso, esso si presenta come una struttura polivalente per l'intrattenimento: in corrispondenza del terzo ordine di palchi, si apre infatti una grande sala, con due ridotti laterali e due piccoli, eleganti appartamenti, uno dei quali destinato a sede di una società di gioco.

Lungo il portico archivoltato, con quattordici colonne doriche, sono distribuiti tre portoni, due dei quali immettono al teatro e uno conduce agli "appartamenti di società".

Le stanze dell'annesso casino e del ridotto sono elegantemente mobigliate, riccamente illuminate e disposte per una scelta conversazione e per una festa di ballo.

Al piano terra si trova un caffè, dotato di cinque stanze per il ricevimento e la bottega. Nei pressi sarà edificato, su progetto dello stesso Santini, un albergo “nobile”, molto comodo per gli appassionati, che “senza veruna deroga potranno dal proprio alloggio portarsi a godere lo spettacolo”.

La prima rappresentazione è l'opera seria Sofonisba di Ferdinando Paer (1771-1839), seguita dal ballo mitologico Perseo e Andromeda, curato da Gaetano Gioia (1765-1826), ballerino e compositore. Il 20 giugno vi sarà una seconda inaugurazione ufficiale alla presenza di Napoleone.

Il teatro del Corso sarà prediletto soprattutto dalla borghesia e dagli intellettuali e a lungo saprà rivaleggiare con il Comunale. Le famiglie bolognesi nobili e facoltose avranno d'abitudine un palco sia nell'uno che nell'altro teatro.

Nei primi mesi di vita del teatro prevarrà la rappresentazione di opere in musica, ma già nel 1806 cominceranno ad esibirsi compagnie teatrali, come la Venier e la Vicereale.

Non mancheranno i lucrosi veglioni di Carnevale, che scateneranno la concorrenza con gli altri teatri cittadini.

Nel 1813 il Corso ospiterà l’opera Lodoiska di Simon Mayr e il ballo eroico I Riti Indiani del Gioia. Nel 1814 sarà in scena l’Italiana in Algeri, primo capolavoro di Rossini, dopo il grande successo ottenuto a Venezia.

Approfondimenti
  • Architettura, scenografia, pittura di paesaggio, Bologna, Museo civico, 8 settembre-25 novembre 1979, Bologna, Alfa, 1980, pp. 102, 135-138, 280-281 (F. Santini)
  • Arte fuori le mura. Aspetti del patrimonio culturale del quartiere Costa-Saragozza dal Medioevo all'età della restaurazione, a cura di Donatella Biagi Maino, Roberta Bianconi Ventura, Cristina Casali, Massimo Medica, Bologna, Tamari, 1985, p. 92

  • Maurizio Ascari, Bologna dei viaggiatori. La sosta in città e il valico degli Appennini nei resoconti di inglesi e americani, Bologna, Gruppo di studi Savena Setta Sambro, 1999, p. 54 (dis. in sezione)
  • Adriano Bacchi Lazzari, Giuliano Musi, Bologna all'Opera. Le voci più prestigiose nate sotto le Due Torri dal 1600 al 1980, Bologna, Minerva, 2016, pp. 29-30
  • Bologna nelle sue cartoline, a cura di Antonio Brighetti, Franco Monteverde, Cuneo, L'arciere, 1986, vol. 2: Vedute della città, p. 87 (foto)
  • Filippo Bosdari, La vita musicale a Bologna nel periodo napoleonico, in: “L’Archiginnasio”, 4 (1914), p. 229
  • Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 3., p. 122
  • Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 487, nota 16
  • Marina Calore, Bologna a teatro. L'Ottocento, Bologna, Guidicini e Rosa, 1982, pp. 9-13
  • Marina Calore, Storie di teatri, teatranti e spettatori, in: In scena a Bologna (vedi oltre), pp. 35-39

  • Marina Calore, Il teatro del Corso 1805-1944. 150 anni di vita teatrale bolognese tra aneddoti e documenti, Bologna, Lo scarabeo, 1992, p. 59
  • Francesco Ceccarelli, Architettura e trasformazioni urbane. Bologna e la Romagna, in: Storia dell'architettura italiana. L'Ottocento, a cura di Amerigo Restucci, Milano, Electa, 2005, tomo 1., p. 147
  • Alessandro Cervellati, Storia dei burattini e burattinai bolognesi (Fagiolino & C.), Bologna, Cappelli, 1964, p. 72
  • Maria Teresa Chierici Stagni, Giovanni Battista Martinetti. Ingegnere e architetto. Un bolognese nato a Lugano, Bologna, Ponte nuovo, 1994, p. 50
  • Giuseppe Coccolini, L'arte muraria italiana. I costruttori gli ingegneri e gli architetti, Bologna, Re Enzo, 2002, p. 157
  • Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 132
  • Coscienza urbana e urbanistica tra due millenni, vol. 1., Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, San Giorgio in Poggiale, 11 dicembre 1993-13 febbraio 1994, a cura di Franca Varignana, Bologna, Grafis, 1993, p. 129, 165 (facciata)
  • I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, pp. 160-161
  • Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, vol. 5., Bologna, Tipografia Militare già delle Scienze, 1873, p. 91
  • In scena a Bologna. Il fondo Teatri e spettacoli nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, 1761-1864, 1882, inventario e indici a cura di Patrizia Busi, Bologna, Comune, 2004, pp. 318-321

  • Antonello Lombardi, Bologna. Guida turistica ai luoghi della musica, Bologna, Ut Orpheus, 2006, pp. 118-119
  • Massimo Marino, L'albero delle nuove scene, in: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica, a cura di Jadranka Bentini e Piero Mioli, Bologna, Pendragon, 2018, pp. 148-149
  • Gianmario Merizzi, ... e tutta la città era in suoni. I luoghi della storia della musica a Bologna, Bologna, Comune di Bologna, 2007, pp. XIV, 38-39
  • Elena Musiani, Scene di vita e rappresentazioni sociali in un carteggio tra amiche, in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, p. 207
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  • Gianfranco Paganelli, Lasciateci sognare (ovvero del cinema perduto), Bologna, Masi, 2008, p. 56
  • Marco Poli, Accadde a Bologna. La città nelle sue date, Bologna, Costa, 2005, p. 187
  • Risorgimento e teatro a Bologna 1800-1849, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Patron, 1998, pp. 21-24
  • Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna in punta di penna. L'immagine della città nelle guide artistiche, nelle vedute e nelle impressioni del Poeta, in: Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna, Pàtron, 2001, p. 159 (ill.: Albergo del Corso)
  • Athos Vianelli, Bologna in controluce. Storie e curiosità fra un secolo e l'altro, Bologna, Inchiostri, 2001, pp. 95-96
  • Fabia Zanasi, Interventi e proposte dell'architetto Ercole Gasparini nell'urbanistica bolognese d'età neoclassica, in "Il carrobbio", 4 (1978), pp. 437-442