Antonio Zanolini

1791-1877

Nasce il 13 gennaio 1791. Si avvia alla carriera di avvocato come il padre Carlo, famoso giuresconsulto e magistrato. Nella Bologna napoleonica assorbe le idee libertarie della rivoluzione francese. Allo scoppiare della rivoluzione municipale, il 4 febbraio 1831, è scelto come membro del governo provvisorio. Il 4 marzo è eletto all'unanimità Presidente dell'assemblea dei deputati delle provincie libere italiane.

Con l'arrivo degli Austriaci l'assemblea deve riparare ad Ancona, dove i rivoluzionari sono costretti alla resa. Per intercessione del Legato pontificio, cardinale Benvenuti, il patto di capitolazione prevede "amnistia generale: sicurtà di libera partenza a tutti coloro che vogliano emigrare", per cui i membri del Governo provvisorio si imbarcano per la Francia. Ma gli Austriaci intercettano il "piccolo legno portatore degli emigranti" e questi vengono condotti prigionieri a Venezia.

L'Imperatore intima loro l'esilio e sono condotti a Marsiglia su un vascello imperiale. Di là Zanolini si rifugia a Parigi con la famiglia, dove rimane fino all'Editto del Perdono di Pio IX, del 16 luglio 1846. Nella capitale francese conosce e stringe amicizia con Gioacchino Rossini, del quale, nel 1836, pubblica una biografia autorizzata. Nel 1849 è deputato per Bologna all'Assemblea costituente della Repubblica romana, quindi ricopre le cariche di Prolegato di Bologna e Delegato di Ancona. Dimostra sempre grande abilità politica e moderazione.

Nei giorni dell'assedio austriaco di Bologna, nel maggio 1849, è Senatore in carica. Dopo otto giorni di strenua resistenza, la città è costretta alla capitolazione, per la disparità delle forze in campo. I magistrati municipali, con a capo Zanolini, assieme ai comandanti militari e all'arcivescovo Oppizzoni, si recano al quartier generale austriaco per trattare la resa, ottenendo che nessun ospite di Bologna venga "infastidito o punito per ragione di guerra o di Stato".

Il 14 giugno il Consiglio comunale di Bologna chiede al Papa il mantenimento dello Statuto, l'istituzione di una milizia indigena e la Lega degli stati italiani. Per tutta risposta il Commissario pontificio mons. Bedini induce il governatore austriaco a comminare una multa di duemila scudi romani ad ogni consigliere e ad arrestare Zanolini.

Nel 1859 è rappresentante per Marzabotto all'Assemblea delle Romagne e a settembre dirige alcune tornate a Bologna, in qualità di membro anziano. Nel 1860 è deputato al Parlamento di Torino e, come decano, tiene più volte il seggio presidenziale, fino all'elezione del Lanza. Nel 1964 è nominato Senatore del Regno. Per molti anni siede nel Consiglio comunale e provinciale di Bologna.

E' autore di numerosi saggi e lavori letterari. Tra questi ultimi "merita di rimanere esempio di fedeltà e bello stile" la sua traduzione del Primo Libro delle lettere di Plinio il Giovane. Questo ed altri lavori lo mettono in contatto con altri letterati nazionali, tra i quali Pietro Giordani.

Scrive diverse commedie e molti articoli nelle effemeridi letterarie e politiche, in particolare durante la sua permanenza a Parigi. Nella capitale francese detta in italiano il suo romanzo più noto, Il diavolo del Sant'Uffizio. Secondo Goffredo Bellonci, Riccardo Bacchelli ricaverà dalla lettura di questo romanzo l'idea del titolo Il diavolo al Pontelungo.

La prima edizione, pubblicata nel 1847 a Capolago, non viene molto diffusa a Bologna. Ma nel 1888 Zanolini, quasi novantenne, fa una ristampa in quattro volumi presso Cenerelli, "preparata con ammirevole pazienza di lima e di forbici", nell'illusione di poter sopravvivere "in un vasto e duraturo consenso del pubblico italiano".

L'opera, però, non ha grande valore artistico e può interessare solo "gli innamorati e i curiosi del passato, delle costumanze secolari della nostra città". L'autore dice di ispirarsi al Manzoni, ma non può sottrarsi all'influsso dei romantici francesi di basso livello, come Eugene Sue, "l'Omero dei portinai". Nel Diavolo a fallire è proprio il romanzo, ma la ricostruzione della vita sociale bolognese del XVIII secolo è quasi perfetta:

il romanzo non c'è; ma c'è Bologna: Bologna rievocata negli antichi lineamenti scenografici e pittoreschi, nella vita, nel linguaggio, nelle consuetudini delle varie classi sociali. (L. Federzoni)

Secondo Battistini “insaporendo il romanzo storico ormai estenuato con le spezie piccanti del genere 'nero', imbandito con le tecniche appetitose del feuilleton”, Zanolini rende interessante una normale vicenda di cronaca cittadina, “con risultati apprezzabili anche in sede artistica”.

Avuto tra le mani il Protocollo segreto del Regno d'Italia, scritto dal segretario di Stato Antonio Aldini, di cui ha sposato la nipote Caterina, Zanolini pubblica due dei quattro volumi previsti dell'opera Antonio Aldini e i suoi tempi, per i tipi di Le Monnier.

Sta per mandare alle stampe una relazione sui fatti del 1831, quando il 24 novembre 1877 lo coglie la morte, all'età di 87 anni.

  • Andrea Battistini, La cultura letteraria tra classicismo e avanguardia, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 192
  • Marina Calore, Antonio Zanolini (1791-1877), patriota, uomo politico e scrittore bolognese, in: "Strenna storica bolognese", (2004), pp. 55-76
  • Coscienza urbana e urbanistica tra due millenni. 1., Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, San Giorgio in Poggiale, 11 dicembre 1993-13 febbraio 1994, a cura di Franca Varignana, Bologna, Grafis, 1993, p. 173
  • Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 189
  • Luigi Federzoni, Bologna carducciana, Bologna, L. Cappelli, 1961, pp. 21-26, 224
  • Giosue Carducci e i carducciani nella Certosa di Bologna, Bologna, Comune, 2007, p. 33

Internet:

Luoghi
  • Palazzo comunale - Sala del Consiglio piazza Maggiore, 6
  • Pontelungo - Prati di Caprara via Emilia Ponente, 307
  • Giardino della Montagnola via Indipendenza
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