Scioperi per l'aumento dei salari
Nel corso del 1919 si sviluppano imponenti lotte sindacali contro il carovita provocato dalla guerra. Al termine del conflitto molti generi di consumo popolare sono saliti anche del 240 percento.
Agitazioni e scioperi rivendicano l'adeguamento dei salari e prendono di mira i “pescicani” e gli speculatori, che si sono illecitamente arricchiti alle spalle del popolo.
Scioperano i dipendenti delle Poste e della Manifattura Tabacchi, i lavoratori edili, gli operai delle cartiere e della filatura di Casalecchio, gli addetti ai mulini, i calzolai.
Dal 9 agosto al 3 ottobre scendono in sciopero oltre tremila operai metallurgici. Nella maggior parte dei casi i lavoratori ottengono soluzioni salariali favorevoli.
Luigi Arbizzani, Sguardi sull'ultimo secolo. Bologna e la sua provincia, 1859-1961, Bologna, Galileo, 1961, p. 136