Accese polemiche per la nuova toponomastica

3 dicembre 1874, 12:07

Il 27 aprile 1874 il Consiglio comunale adotta una classificazione delle strade cittadine in quattro categorie: principali superiori, principali inferiori, secondarie e “infime”. Non si possono più unire sotto lo stesso nome vie di grado diverso o tagliate da una strada di grado superiore.

Il 3 dicembre Consiglio approva il rapporto dell’Assessore allo Stato Civile dott. Timoleone Bellenghi, incaricato di un riesame generale della toponomastica cittadina sulla base di una precedente, discutibile proposta della Giunta di Statistica. Il numero delle strade arriva a 294, 48 delle quali con un nuovo nome.

I cambiamenti sono decisi "per potere ordinare la numerazione con un esatto criterio", oppure "per sostituire ad un nome insignificante o sconcio, un altro che rammentasse quello di un cittadino illustre o di un fatto celebre della storia d'Italia".

L’ipotesi di abolizione degli antichi nomi provoca accese discussioni sui giornali e nell’opinione pubblica. A dar voce alle proteste sono soprattutto i giornali cattolici: si critica “l'idolatria” di privilegiare gli uomini alle figure religiose.

Appare evidente l'influenza laicista e massonica sulla scelta di sostituire via San Donato con via Luigi Zamboni - una proposta del Comitato degli Studenti sostenuta da Giuseppe Ceneri - o via dei Vetturini con via Ugo Bassi.

Intitolare le strade a Cavour, Garibaldi, D’Azeglio è, in realtà, un mezzo ovunque adottato per consolidare lo spirito unitario, per “fare gli italiani” (Pelagalli).

Il Consiglio ammetterà comunque la necessità di un riesame delle scelte fatte. Nel nuovo Rapporto dei consiglieri Giovanni Zoboli e Alberto Dallolio - approvato nel luglio 1877, ma attuato l‘anno seguente - le proposte iniziali della Giunta di Statistica (1873) saranno notevolmente migliorate e anche le indicazioni di Bellenghi in parte riviste.

Approfondimenti
  • Mario Fanti, Le vie di Bologna. Saggio di toponomastica storica e di storia della toponomastica urbana, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 2000, vol. I, pp. 26-31
  • Maria Chiara Liguori, Le vie dell’orgoglio. Toponomastica risorgimentale e nuovo volto della Bologna post-unitaria, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 339 sgg.
  • Giovanni Ricci, Bologna, Roma ecc., Laterza, 1980, p. 136
  • Strade vecchie, nomi nuovi della città di Bologna, Sala Bolognese (BO), A. Forni, 1990, facs. dell'ed., Bologna, 1876
  • Marco Veglia, Carducci e la cultura della patria, in: Atti del convegno "Massoneria e Risorgimento. Da Bologna per l'Italia", a cura di Marco Adorni, Giovanni Greco, Davide Monda, col patrocinio del Grande Oriente d'Italia, Bologna, P. E. Persiani, 2012, pp. 78-79
  • Marco Veglia, Dal mito alla storia. L'Università di Bologna dal 1860 al 1911, in: ... E finalmente potremo dirci italiani, cit., p. 173