La fine della mezzadria

3 maggio 1982, 00:00

Con la legge 203 del 3 maggio 1982 i contratti di mezzadria vengono trasformati in contratti d'affitto. E' la fine di un mondo.

Nella bassa bolognese, “l'area più calda dell'Italia mezzadrile” (Dondi), attorno a questo controverso contratto agricolo si sono susseguiti oltre cinquant'anni di “vertenze e aspre tensioni”.

La volontà degli agrari di non rispettare i patti strappati dai coloni ha provocato la reazione squadrista degli anni Venti e i numerosi scioperi del dopoguerra.

Secondo uno studio sui mutamenti delle forme di conduzione in alcuni comuni della provincia di Bologna, la superficie coltivata a mezzadria è calata notevolmente dopo la seconda guerra mondiale, passando dal 43% del 1946 al 34% nel 1961.

La riduzione ha avuto una ulteriore accelerazione dopo l'approvazione della legge n. 765 del 1964, che vietava nuovi contratti mezzadrili.

Nel 1970 la superficie a mezzadria era al 13,8%. Nel 1990, con solo l'1%, la forma di conduzione mezzadrile sarà praticamente estinta.

Per converso, in quell'anno, il 78,6% dei terreni in Emilia-Romagna saranno nelle mani della proprietà coltivatrice.

Approfondimenti

Dalla guerra al boom. Territorio, economia, società e politica nei comuni della pianura orientale bolognese, vol. 2., Mirco Dondi, Tito Menzani, Le campagne. Conflitti, strutture agrarie, associazioni, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, pp. 180-183