Cristina Campo
(Vittoria Guerrini)Dell'anima ben poco
sappiamo. Berrà forse dai bacini
delle concave notti senza passi,
poserà sotto aeree piantagioni
germinate di sassi
Vittoria Guerrini, conosciuta con il nome d'arte di Cristina Campo, nasce a Bologna nel 1923. Il padre, Guido Guerrini, è insegnante di musica e compositore; la madre, Emilia Putti, viene da una famiglia illustre: è nipote di Enrico Panzacchi, cugina di Ottorino Respighi e sorella del prof. Vittorio Putti, direttore dell'Istituto Rizzoli e ortopedico di fama mondiale.
Vive nella villa dello zio, presso il Rizzoli, fino al 1925, quando si trasferisce con la famiglia a Parma e dal 1928 a Firenze, dove il padre è chiamato a dirigere il Conservatorio "Cherubini". L'ambiente culturale fiorentino è determinante per la sua formazione: qui conosce il germanista Leone Traverso (Bul), con il quale ha una travagliata relazione sentimentale, Mario Luzi, Gabriella Bemporad, Margherita Pieracci Harwell, che curerà le sue opere dopo la morte.
Dal 1955 risiede a Roma, città con la quale avrà sempre un rapporto controverso. Del 1958 è l'incontro, per lei fondamentale, con Elémire Zolla, filosofo e storico delle religioni, studioso di mistica e esperto di esoterismo. Negli ultimi anni ha un intenso rapporto epistolare con il filosofo Andrea Emo.
È una conversatrice brillante, ma di natura molto riservata. Non ha simpatia per i salotti mondani e i premi letterari. Fa della ricerca della perfezione il suo ideale di vita, nel segno di un cristianesimo ortodosso, ostile alle riforme liturgiche del Concilio Vaticano II.
Uno solo, comunque, è l'affar suo, la sua lode e il suo salmo: l'ardua e meravigliosa perfezione, questa divina ingiuria da venerare nella natura, da toccare nell'arte, da inventare gloriosamente nel quotidiano contegno.
Ha contatti con molti protagonisti della vita culturale: Danilo Dolci, Corrado Alvaro, Ezra Pound, Maria Luisa Spaziani, Roberto Calasso, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Anna Banti, Maria Zambrano.
Saggista e poetessa, traduce opere di Virginia Woolf, Emily Dickinson, Katherine Mansfield, Juan De la Cruz e John Donne. Tra i suoi autori preferiti vi sono Hugo von Hofmannsthal e Simone Weil. Pubblica in vita solo tre opere: la raccolta di poesie Passo d'addio e i saggi Fiaba e mistero e Il flauto e il tappeto. Su di sé commenta: "Ha scritto poco e le piacerebbe aver scritto meno".
La sua vita è condizionata da una malattia cardiaca congenita, che le provoca grandi sofferenze e la costringe a lunghi periodi di riposo forzato. Deve stare a lungo sola, non può frequentare la scuola e riceve un'istruzione da autodidatta. Alla sua morte, nel 1977, è quasi sconosciuta. Una qualche notorietà le arriderà solo a partire dagli anni novanta.
- Cristina De Stefano, Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo, Milano, Adelphi, 2002
- Monica Farnetti, Cristina Campo, Ferrara, L. Tufani, 1996
- Paolo Febbraro, L'altro Novecento. Poeti italiani, Roma, Lit, 2018, pp. 120-121
- Camillo Langone, Cristina Campo, in: Italiane, a cura di Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia, Roma, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 2004, vol. 3., pp.50-52
- Margherita Pieracci Harwell, Cristina Campo e i suoi amici, Roma, Studium, 2005
Internet
Luoghi
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Cimitero della Certosa Via della Certosa, 18. Bologna
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San Michele in Bosco - Istituto Rizzoli - Villa Putti via Pupilli, 1, Bologna