Scrittori e scrittrici

Portico della Morte - Libreria Nanni

via Musei, 8

“È il più bel ricordo di Bologna. Mi ricorda L’Idiota di Dostoevskij, mi ricorda il Macbeth di Shakespeare ... A quindici anni ho cominciato a comprare lì i miei primi libri, ed è stato bellissimo, perché non si legge mai più, in tutta la vita, con la gioia con cui si leggeva allora”.

(P.P. Pasolini, I Quaderni)

L’antico ospedale di Santa Maria della Morte fu fondato nel XV secolo da una confraternita laicale, che aveva per scopo principale l’assistenza ai carcerati e ai condannati a morte e svolgeva altre opere di misericordia e beneficenza.

Dal 1801 l’ospedale della Morte, dopo la soppressione e l’accorpamento a quello della Vita in via Riva Reno, fu occupato da fabbriche di seta e falegnami.

Dopo l’Unità fu usato come sede provvisoria del liceo statale, fino al suo trasferimento in via Castiglione, nel 1882. Infine, dopo una radicale ristrutturazione, a cura dell’ing. Coriolano Monti, ospitò il Museo Civico Archeologico. La chiesa venne chiusa nel 1799 e affittata come magazzino.

Pasolini, Eco e le bancarelle di Nanni

Sotto il vasto portico dell’ospedale, la famiglia Marchesi fondò nel 1825 una libreria. Essa fu rilevata nel 1928 da Arnaldo Nanni, che la attrezzò con le caratteristiche “bancarelle parigine".

In una struggente pagina dei “Quaderni", Pier Paolo Pasolini parla del Portico della Morte e delle bancarelle della libreria Nanni come di un luogo topico della sua formazione intellettuale. Tornando dopo circa trent’anni, sotto il grande portico trovò il solito gelo, “l’ombra del bel giorno d’autunno (la morte)”, le stesse bancarelle, ma i libri non erano più quelli dei poeti “indecifrabili” editi da Salani - Coleridge, Novalis - ma solo libri gialli, divulgativi, “o di successo”.

Da Nanni capitava ogni tanto anche Umberto Eco, professore di semiotica all’Università, in cerca di qualche volume per la sua straordinaria biblioteca milanese.

Approfondimenti
  • Marco Antonio Bazzocchi, Pier Paolo Pasolini, Milano, B. Mondadori, 1998, pp. 55-56
  • Davide Daghia, Bologna insolita e segreta, Versailles, Jonglez, 2017, pp. 50-51
  • Carlo Donati, Strada Nove. La via Emilia e le sue curve, Ancona, Affinità elettive, 2020, vol. 1., p.  275
  • Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all’arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 1., p. 66, vol. 2., p. 572