Una sera intervenne anche Oriani; ma allorché si avvide che gli altri invitati, consegnando il pastrano alla guardaroba, scoprivano una regolare marsina, non ardì presentarsi col suo "smoking" da ciclista, e non si avanzò oltre l'anticamera.
(L. Federzoni)
Il palazzo già Torfanini (o Tofanini) fu costruito nella prima metà del XVI secolo e venne ristrutturato nel 1737 da Alfonso Torreggiani, che mantenne il portico originario. All'interno soffitti e pareti furono tutti decorati. Nel 1924 venne scoperto un ciclo di affreschi di Niccolò dell'Abate, con storie dall'Orlando Furioso, che nel 1967 furono staccati e trasferiti in Pinacoteca.
Tra il 1880 e il primo ventennio del Novecento in questo palazzo ebbe sede il prestigioso salotto, aperto alle arti, alle lettere e alla politica, della contessa Carmelita Cagnola Zucchini Solimei, che "adempiva i riti dell'ospitalità con delicata magnificenza". Esso accoglieva "una superiore categoria di ospiti occasionali", donne e uomini illustri, spesso stranieri, di passaggio a Bologna, come il Principe di Galles, il Duca d'Aosta, l'Infanta di Spagna, che lo descrisse nelle sue memorie:
Reinaba en la sociedad de Bolonia la condesa Zucchini, que poseyò uno de los salones mundanos de mas fineza, espiritu y cultura del siglo XIX. En su palacio se citaba una sociedad que contenia todos los elementos de la aristocracia moderna y en que se mezclaban nobles y artista, hombres de ciencia y cantantes, novelistas y tonsurados, militares y poetas.
Era quasi sempre presente la marchesa Paolina, vedova del conte Gian Mauro Zucchini Solimei e madre di Giuseppe Gioacchino, consorte di Carmelita.
Fervente patriota, da giovane era stata oggetto delle attenzioni di Garibaldi, ospite della sorella a Villa Tattini. Nel 1860 il generale le inviò una delle palle che a Pizzo Calabro avevano fucilato suo nonno, Gioacchino Murat, Re di Napoli, recuperata durante la spedizione dei Mille.
Giosuè Carducci era abbastanza assiduo alle riunioni di casa Zucchini, ma non alle serate in cui intervennero D'Annunzio e Fogazzaro. Sempre presente era invece Enrico Panzacchi.
Vi convenivano illustri ospiti da Milano, la città della contessa Carmelita: tra essi Marco Praga e Arrigo Boito. Capitavano personaggi notevoli della cultura, da Ottorino Respighi, a Giuseppe Martucci, a Eleonora Duse; personalità quali Donna Laura Minghetti, Giacomo Venezian, il costituzionalista Luigi Rossi, il ministro Visconti Venosta.
Nel 1896, durante la guerra d'Africa, Carmelita Zucchini Solimei fu Vicepresidente della Croce Rossa e organizzò serate di beneficenza al Liceo Musicale. Nel 1901, insieme alla contessa Lina Bianconcini Cavazza, fondò un'azienda di ricami e merletti, che poi confluì in Aemilia Ars.
Umberto Beseghi, Palazzi di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1957, p. 350
Luigi Federzoni, Bologna carducciana, Bologna, L. Cappelli, 1961, pp. 229-230
Elena Musiani, Dal salon all'atelier: spazi delle donne bolognesi dal 1861 al 1911, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, p. 210