Dionigi Strocchi
Nasce a Faenza nel 1762. Studia nel locale Seminario Vescovile, già frequentato da Vincenzo Monti, assieme al fratello Andrea, che diventerà sacerdote. Egli invece nel 1783 si trasferisce a Roma, dove si laurea in giurisprudenza. Grazie a Quirino Visconti si dedica allo studio delle belle lettere, in particolare la Commedia di Dante, e si accosta al Cesari nel culto dei trecentisti. Nel 1790 è nominato Scrittore di Lettere Latine presso il Sacro Collegio.
Tornato a Faenza nel 1797, aderisce alla Repubblica Cisalpina, ottenendo importanti incarichi e grandi onori. A Milano rappresenta la sua provincia tra gli elettori del Corpo legislativo e in seguito viene nominato commissario. Dal 1806 al 1809 è professore di eloquenza e rettore al Liceo dipartimentale di Faenza e ricopre nella sua città l'incarico di vice-prefetto.
Nel 1819 riceve da Giacomo Leopardi una copia delle sue prime due Canzoni, accompagnate da queste parole, scritte "riverentemente e umilmente":
E forse V.S. Si dovrà pentire d'essersi fatta nota e famosa in tutt'Italia, ricevendo questa presente e il libricciuolo che l'accompagna; il qual fastidio non le avrebbe potuto sopravvenire se il nome suo non andasse per le bocche degl'italiani, e così venendo necessariamente alle orecchie mie, non avesse commosso il desiderio vivissimo ch'io porto da molto tempo di conoscere e riverire, potendo, colla persona, e quando no, almeno con lettere e cogli uffici che si costumano fra lontani, quei rarissimi ingegni che sostenendo in questa misera età l'ultimo avanzo della gloria italiana, danno speranza di vederla fors'anche per loro aiuto riaversi e tornare in fiore.
La sua mancata risposta, come anche la fredda accoglienza degli altri classicisti bolognesi, getta nel panico il contino e suscita lo stupore di Giordani: "mi pare impossibile che il gentilissimo Strocchi ti manchi".
Con il ripristino dello Stato Pontificio, Strocchi si rifugia a San Marino ed è per un breve periodo imprigionato a Bologna. Tra il 1815 e il 1830 resta "lontano dai pubblici negozi". Vive tra Faenza e Bologna, dove collabora all'Accademia dei Felsinei e frequenta assiduamente il salotto di Teresa Carniani Malvezzi. Tra il 1837 e il 1842 è docente di eloquenza presso il Collegio dei Nobili di Ravenna.
Nel 1846 compone un inno per l'elezione al papato di Pio IX e nel 1848 è nominato senatore. Negli ultimi anni vive a Bologna e Ravenna, dove muore nel 1850. È sepolto nella Cattedrale di Faenza per volontà del Municipio.
Amico di Monti, di Ugo Foscolo e Paolo Costa, Strocchi ha fatto parte di tutte le maggiori Accademie d'Italia, compresa quella della Crusca. E' considerato tra i maggiori esponenti della scuola neoclassica. Il catalogo delle sue opere comprende circa 120 titoli, tra inni, madrigali, odi, elegie e sonetti.
La sua fama è però legata, più che alla sua produzione poetica, all'opera di traduttore dal latino e dal greco. La sua versione degli Inni di Callimaco fu stimata da Carducci più bella dell'originale. Molto apprezzate furono anche le traduzioni delle Georgiche e delle Bucoliche di Virgilio. Alla volgarizzazione dei testi antichi dedicò anche due saggi teorici dal titolo Della traduzione.
- Leopardi e Bologna, atti del Convegno di studi per il secondo centenario leopardiano, Bologna, 18-19 maggio 1998, a cura di Marco A. Bazzocchi, Firenze, L. S. Olschki, 1999, pp. 121-122
- Simonetta Santucci, Dionigi Strocchi, in: Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, Bologna, Pàtron, 2001, pp. 264-265
Luoghi
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Casino Civico - Stamperia delle Muse via Santo Stefano, 43
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Società del Casino via Santo Stefano, 9
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Palazzo Malvezzi de’ Medici via Zamboni, 13
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Villa Sampieri Talon via Panoramica, 24 - Casalecchio di Reno