Sirena del Pincio

via Indipendenza. Bologna

Bella mia, dal fondo algoso
Del mar nostro vieni su!
In te vuole il suo riposo
La mia bronzea gioventú.

...

(G. Carducci)

La moglie del gigante. Così il popolo, poeta eterno, quando non guasto da' maestri, ha cominciato a chiamare la Sirena, scolpita da Diego Sarti per la fontana della Montagnola.

Nella poesia  La moglie del gigante, pubblicata nella raccolta Rime e ritmi, Giosuè Carducci immagina un dialogo a distanza tra la notissima statua del Nettuno, da secoli punto focale nel centro della città, e la statua della Sirena posta ai piedi della scalinata del Pincio della Montagnola, opera dello scultore Diego Sarti, con il supporto di Pietro Veronesi.

Essa citata anche da Marino Moretti nel romanzo Né bella né brutta (1921):

Guarda la scalea della Montagnola con le sue balaustre neoclassiche di cemento scrostato dal gelo, la fontana senz'acqua con la sua Naiade grassoccia e malinconica che si contorce nel vincolo di una piovra.

La scalea del Pincio

Il 28 giugno 1896 il re Umberto I e la regina Margherita inaugurarono
solennemente, alla presenza di una folla incontenibile, la scenografica scalea di accesso alla Montagnola, progettata da Tito Azzolini e Attilio Muggia.

L'opera, tutt'ora esistente, è composta di tre parti: una grande scalinata, un lungo portico su via Indipendenza e uno lungo le mura. Il corpo centrale è formato da due fronti sovrapposti con in cima una terrazza panoramica, accessibile da scalee laterali.

Il fronte più in basso, dove è sistemato anche il gruppo scultoreo della Sirena, è decorato da due bassorilievi: Bologna docet di Arturo Colombarini e Bologna Libertas di Ettore Sabbioni.

Sul fronte più alto, sotto al giardino, ci sono altri tre bassorilievi, con temi storici legati al luogo: Il ritorno dalla vittoria della Fossalta di Pietro Veronesi, La cacciata degli Austriaci di Tullo Golfarelli - con la "santa canaglia" che "si getta a corsa contro i fucili spianati dagl'invasori della Patria" (Pascoli) - e La distruzione della rocca di Galliera di Arturo Orsoni.

Sfacciatamente sensuale

Anche lo studioso Roberto Martorelli ha descritto la fontana al centro del sonetto del professore-poeta, raffigurante una ninfa trascinata da un cavallo e imprigionata fra i tentacoli di una piovra. Ha apparentato la prosperosa fanciulla alle altre sirene bolognesi, quelle di Monari sul Pontelungo e quelle della fontana del Nettuno:

Il nostro scultore, pur svolgendo un tema classico, non lascia percepire nulla di moralmente nobile, e tutta la scena è incentrata sull'esibita sensualità della Ninfa che tenta di salvarsi dalla spire del polipo. Questa opera, memore delle Sirene di Monari per il Pionte sul Reno, è il compimento ideale di cento anni di scuola locale, passata dal lavorar di gesso e terra, al marmo e al bronzo; rappresentando senza retorica i progressi di Bologna e dell'Italia unificata. Sarti colloca in luogo pubblico un'immagine sfacciatamente sensuale, fatto che non si vedeva dai tempi delle prosperose sirene della cinquecentesca fontana del Nettuno.

In dov s'mett Garibaldi?

La Sirena del Pincio è anche protagonista della commedia di Alfredo Testoni In dov s'mett Garibaldi?, rappresentata per la prima volta il 17 marzo 1900 al teatro Contavalli dalla Compagnia bolognese di Galliani. Al centro della scena una famiglia piccolo borghese, che discute su dove collocare la statua di Garibaldi a cavallo, appena completata dallo Zecchi.

Nel sogno del capofamiglia Pirein intervengono i principali monumenti della città, scesi dai loro piedistalli: il re Vittorio Emanuele II, Ugo Bassi, Minghetti, il busto di Cavour, e anche il Nettuno e la Sirena, oggetto della gelosia della moglie di Pierino. La commedia fa eco alle discussioni reali, che avvenivano in quei giorni in città: alla fine il monumento a Garibaldi fu collocato davanti all'Arena del Sole, dove è tutt'ora.

Learn more
  • Luca Baccolini, I luoghi e i racconti più strani di Bologna. Alla scoperta della "dotta" lungo un viaggio nei suoi luoghi simbolo, Roma, Newton Compton, 2019, pp. 230-232
  • Giancarlo Bernabei, La Montagnola di Bologna. Storia di popolo, Bologna, Patron, 1986, p. 55
  • Carducci e Bologna, a cura di Gina Fasoli, Mario Saccenti, Bologna, Cassa di risparmio in Bologna, 1985, p. 191
  • Franco Cristofori, Alfredo Testoni. La vita, le opere, la città, realizzazione grafica di Pier Achille Cuniberti, Bologna, Alfa, 1981, pp. 294-295
  • Alberto Menarini, Athos Vianelli, Bologna per la strada. Leggende e curiosità, Bologna, Tamari, 1973, p. 113