Il Nettuno si racconta
Nel mese di agosto del 1564 le acque provenienti da Valverde e dalla Remonda iniziarono a zampillare dalla fontana di piazza, ancora sprovvista della statua del Nettuno, issata sul suo piedistallo due anni dopo. Il condotto di adduzione, proveniente da San Mamolo, giungeva a un "grand'Arbore" di piombo sotto la fontana, da cui si diramavano "vari canali e tubetti" per l'alimentazione dei getti. Alcuni di questi "tubetti" e gli scarichi del "vaso" convogliavano acqua al palazzo del Legato, fornito di stalle, di abbeveratoi e di un giardino. Esistente fin dal 1365, nel 1568 il giardino venne trasformato in orto botanico o "Giardino dei Semplici".
(A. Zanotti, Il sistema delle acque a Bologna dal XIII al XIX secolo, Bologna, Compositori, 2000, p. 137)
Salaborsa e il Nettuno hanno dunque tra loro un legame fisico, storico, legato all'acqua: il condotto dell'unica fontana di Bologna alimentava anche la cisterna, l'orto, le stalle del palazzo dove ora vive la biblioteca. Nel 2016 il Nettuno è di nuovo in restauro: tramite una complessa impalcatura, i bolognesi, e non solo, potranno ammirare da vicino il loro Gigante malato, le sirene senza zampilli, le vasche vuote e incrostate, i tecnici al lavoro. Questa bibliografia di opere sul Nettuno a disposizione in Salaborsa potrà servire anche a raccogliere aneddoti e notizie storiche prima di visitare il cantiere di restauro.