Gianni Scalia

1928-2016

Nasce a Padova nel 1928. Vive a Bologna in una casa in via Riva Reno, “circondato da scaffali e da pile di libri classici e recentissimi”. Insegna Letteratura italiana all’Università di Siena dal 1975 al 1996. Si occupa di letteratura del Sette-Ottocento e contemporanea: Ariosto, De Sanctis, le riviste letterarie del primo Novecento: cura mirabilmente il volume, edito da Einaudi, su “Lacerba” e “La Voce”.

Partecipa alle prime esperienze di pratica e teoria antipsichiatrica portate avanti da Basaglia a Gorizia negli anni Sessanta. Introduce in Italia l’opera di Edmond Jabès, poeta ebreo di origini italiane espulso dall’Egitto dopo la crisi di Suez e riconosciuto in Francia come uno dei massimi scrittori contemporanei, al pari di Sartre, Camus, Levi-Strauss.

La sua concezione della letteratura si arricchisce dell’apporto delle correnti filosofiche contemporanee - dal marxismo critico alla Scuola di Francoforte - della psicoanalisi, dell’antropologia e anche di teologie non ufficiali, assunte da un pensiero laico.

Oltre che studioso, saggista, poeta, Scalia è soprattutto fondatore e animatore di riviste. È uno dei più giovani redattori di “Officina” e il più vicino a Pasolini nel modo di intendere la critica: “non ossequio ma indignazione, non specialismo ma apertura nei confronti di tutti i linguaggi, non ricomposizione istituzionale, ma insofferenza verso le posture accademiche, i luoghi comuni, le ideologie egemoni” (A. Prete).

Dal 1980 al 2014 dirige la rivista “In forma di parole”, che si occupa di traduzione di letterature europee ed extraeuropee e che vince il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nel 1999 e il Premio Vittorini nel 2002. Collabora inoltre a “Per la critica” (1973-1974), “Ragionamenti”, “Passato e presente”, “Che fare”.

Nel giugno 1977, assieme a Pietro Bonfiglioli, Federico Stame e Roberto Roversi, fonda a Bologna la rivista “Il cerchio di gesso”, con l’obbiettivo di interpretare e comprendere le ragioni del Movimento - in particolare della sua ala più creativa - dopo l’assassinio di Francesco Lo Russo e nel clima di repressione instauratosi in città (i cerchi di gesso sono quelli tracciati dalla Scientifica attorno ai fori dei proiettili conficcati nel muro di via Mascarella, dove lo studente è morto). La rivista è pubblicata fino al 1979. Un numero speciale esce in occasione del convegno internazionale contro la repressione, che si tiene a Bologna nel settembre 1977.

Tra le sue opere più significative vi sono: Critica, letteratura, ideologia (1968); De anarchia. Attorno al ‘68: poesia, follia, rivoluzione (1978); La mania della verità. Dialogo con Pier Paolo Pasolini (1978); A conti fatti. Avanguardie, marxismi, letteratura (1992). Dirige inoltre diverse collane di critica letteraria. Muore a Bologna nel 2016.

  • Il cerchio di gesso. Antologia (1977-1979), Bologna, Pendragon, 2018
  • Pasolini e Bologna, a cura di Davide Ferrari e Gianni Scalia, Bologna, Pendragon, 1998

Internet

Places
  • Libreria Palmaverde via de' Poeti, 4 Bologna
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