Il Museo Archeologico Ambientale di Terre d‘Acqua, il cui primo nucleo è attivo dal 2004 a San Giovanni in Persiceto, apre una nuova sede espositiva nell‘ex caserma dei carabinieri di Anzola Emilia, mettendo a disposizione i materiali provenienti da una terramara scoperta a occidente dell’attuale paese e indagata dagli anni Novanta del ‘900.

Si tratta di un insediamento di notevole estensione risalente all'età del Bronzo recente (XIII sec. a.C.). Fu edificato nella fase di massima espansione delle terramare nella pianura padana, un periodo di grande prosperità, ma di breve durata: ad esso, infatti, fece seguito, nel XII secolo, la rapida scomparsa di questa civiltà.

Grazie alla fertilità della pianura tra i torrenti Ghironda e Martignone, il villaggio, composto da capanne di legno e circondato da un fossato e da una palizzata, raggiunse una certa prosperità. 

Oltre all'agricoltura e all‘allevamento, numerose erano le attività artigianali che vi si esercitavano: la tessitura, la lavorazione del corno, della ceramica e una complessa metallurgia. E' qui attestata per la prima volta la capacità di lavorare la pasta di vetro.

Nel nuovo allestimento di Anzola sono esposti un centinaio di oggetti: utensili in osso e corno, suppellettili in ceramica, armi e spilloni in bronzo. Raccolti in bacheche, forniscono numerose informazioni sulla vita degli uomini che abitarono la pianura ad occidente di Bologna circa 3.300 anni fa.