"Donna Mater" di Mazzacurati a San Venanzio di Galliera
Renato Marino Mazzacurati (1907-1969) esegue nel 1950 la scultura Donna Mater in marmo peperino, una interpretazione moderna e laica della maternità, da sempre affidata all’iconografia della Madonna col Bambin Gesù.
L’artista vive in questi anni a Roma ed è riconosciuto come uno tra i maggiori scultori italiani. Dalla fine degli anni Venti è associato a Scipione, Mafai, Raphael, esponenti della cosiddetta Scuola di via Cavour o Scuola Romana, caratterizzata da un’arte espressionistica, “eccentrica e anarcoide” (Longhi).
Nel 1928 Mazzacurati ha soggiornato a Bologna per eseguire alcuni ritratti su commissione e vi ha conosciuto Leo Longanesi (1905-1957). Negli anni Trenta ha vissuto a lungo a Gualtieri (RE) ed è stato tra i primi a riconoscere e sostenere l’arte di Antonio Ligabue (1899-1965).
Al contrario di quanto ha sostenuto Arturo Martini (1889-1947) nel saggio La scultura lingua morta, pubblicato postumo nel 1948, Mazzacurati è convinto che essa abbia ancora valore e debba avere una destinazione pubblica.
Negli anni seguenti la sua produzione si orienterà soprattutto sul monumento celebrativo della Resistenza (Parma, Mantova, Napoli ...).
Dopo la morte dell’artista, la famiglia Fedi Mazzacurati cederà in comodato la scultura Donna Mater al Comune di Galliera. Essa verrà collocata nella frazione di San Venanzio, suo luogo natale, davanti al municipio (Palazzo Bonora).